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«Hai sentito? Il Consiglio di Stato l'ha rimessa in corsa»

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«Si è di nuovo in corsa, ma vaffan...». «No non l'avevo sentita questa». «Te la sto dicendo io che l'ho appena sentita al TG4». «Mortacci sua.. va bè mo vado e vedè il telegiornale». È il testo di una intercettazione telefonica, allegata all'ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano, Paola Belsito, tra Gaspare Gallo e Pierpaolo Pasqua, i due detective arrestati giovedì. I due, scrive il gip, parlano «della raccolta di informazioni ai danni di Piero Marrazzo». «E nella conversazione - si legge nell'ordinanza - si intreccia il commento sulla decisione del Consiglio di Stato». Decisione che riammise in corsa Alessandra Mussolini, ribaltando le precedenti decisioni prese dalla Commissione elettorale e dal Tar del Lazio. Poi Pasqua - si evince dalle intercettazioni - ricontatta Gallo per riuscire ad ottenere on line la sentenza del Consiglio di Stato. «Al tal proposito - osserva il gip - è da notare il tono dei due che, commentando il fatto che le firme sarebbero state false, danno mostra di sapere molto cose sul fatto e arrivano a dire che non vi può essere dubbio che quelle firme sono proprio false. Facile commentare che tanta certezza in ordine alla presunta falsità delle firme è quanto meno sospetta». «So c... acidi ora eh?». Dice Gaspare alludendo alla riammissione della Mussolini alle elezioni. «Ma lo sai perchè? - replica Pasqua - Lo sai quale cosa dicono? Dicono che le prove che le firme (della lista della Mussolini, ndr) erano false, non sono state raccolte legalmente!!». «Hai visto». Rispode Gallo: «Ma vaffa...' (i due ridono). Perché vuoi dire che non sono false!!! Non è che ci possa essere dubbio».

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