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Il 25 per cento non ha ancora deciso per chi votare

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Leggono quotidiani e libri, in tv guardano soprattutto Canale 5, seguono i tg e le trasmissioni culturali. Alla fine, il 9 e il 10 aprile andranno a votare guardando più al partito che al leader della coalizione. È l'identikit del «partito degli indecisi», cioè il 25% degli elettori, tracciato da Tns Abacus in base a una ricerca quantitativa condotta su un campione di mille intervistati, rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, grandi ripartizioni geografiche e ampiezza dei centri abitati. Le interviste sono state condotte con rilevazione Cati tra il 6 e il 7 marzo. A trenta giorni dal voto, nel complesso il 57% degli intervistati esprime una preferenza di voto, il 13% ha deciso per chi votare ma non lo rivela, il 2% voterà scheda bianca o nulla, il 3% non andrà a votare. Il 25% che resta rappresenta lo zoccolo duro di coloro che non hanno ancora scelto su quale formazione politica orientarsi: «In pratica, sono il primo partito», ha spiegato Carla Natali, direttore del settore socio politico istituzionale di Tns Abacus. Scende al 10% del totale la percentuale di coloro che non hanno ancora individuato neanche lo schieramento per il quale votare. Nel plotone degli indecisi sono più numerose le donne (58%), coloro che hanno da 55 anni in su (39%), risiedono prevalentemente al Sud e nelle Isole (45%), nei piccoli centri fino a 10mila abitanti (39%). Hanno un titolo di scuola media superiore (38%) o inferiore (30%; i laureati sono il 18%). La maggior parte degli incerti pratica settimanalmente un culto religioso (42%). Tra le professioni prevalgono gli operai (16%) e casalinghe (15%). Quanto al rapporto con i media, gli indecisi leggono abitualmente quotidiani (54%) e libri (55%); il 75% guarda la tv tutti i giorni, Canale 5 la rete preferita (29%), seguita da Raiuno (21%); seguono telegiornali (76%), film (70%) e programmi di cultura (52%). Al 57% non usano Internet: dunque la rete non appare come un mezzo in grado di conquistarli. Alla fine, comunque, andranno alle urne: il 76% dice «certamente si», il 21% «probabilmente si». La loro scelta sarà guidata più dal partito (46%) che dal candidato premier (33%). Con una differenza, però, nel voto di provenienza: chi alle scorse Europee preferì il centrodestra, si farà guidare dal leader della coalizione (60%) più che dal partito (29%); chi votò per il centrosinistra, si orienterà più in base al partito (58%) che al leader dello schieramento (24%). Il 42%, comunque, non ricorda come votò per l'Europarlamento.

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