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Il Professore apre sui Pacs: «Li approveremo»

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In una lettera ad Arcigay e Arcilesbica l'impegno a lavorare insieme per il riconoscimento delle coppie di fatto

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E lo ha fatto, a sorpresa, lasciando intendere che il compromesso inserito nelle 281 pagine di programma presentate dall'Unione è solo un punto di partenza. E quella formula generica («L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto») arrivata al termine di mesi di limature e trattative, una volta al governo, verrà superata. «Vogliamo percorrere insieme a voi - ha scritto Prodi ai presidenti delle due associazioni Sergio Lo Giudice e Francesco Polo -, e non senza di voi, il cammino in grado di portare a un riconoscimento pieno ed effettivo dei diritti delle persone che fanno parte delle unioni di fatto». Quindi il Professore invita gay e lesbiche a mettere da parte le polemiche delle scorse settimane e a lavorare insieme alla vittoria del centrosinistra. «Quello che vi chiedo di riconoscere - continua la lettera - dopo avere richiamato l'insoddisfazione del movimento omosessuale per il risultato raggiunto al tavolo dell'Unione sulle coppie di fatto è comunque la determinazione, mia e di ogni componente della coalizione, la presa d'impegno, a voler percorrere insieme a voi, e non senza di voi, il cammino in grado di portare a un riconoscimento pieno ed effettivo di questi diritti. Costruiamo dunque insieme, in queste settimane che ci separano dal voto, le condizioni migliori per vincere, che risiedono essenzialmente nella coesione e nella compattezza della coalizione». Parole che sono state accolte favorevolmente dai diretti interessati. «Apprezziamo il rinnovato impegno di Prodi, anche se finora non è stato condiviso da tutte le forze dell'Unione - hanno replicato Lo Giudice e Polo - voteremo quei partiti che hanno ribadito il loro accordo sui Pacs, perché la priorità è mandare a casa il governo Berlusconi, che ha offeso profondamente la dignità di gay e lesbiche. Tuttavia la nostra voce non mancherà di farsi sentire forte e chiara per reclamare, come ci è dovuto da uno Stato che osi dirsi democratico, la piena uguaglianza giuridica e la piena inclusione civile e sociale». Ma la lettere di Prodi non è la sola apertura fatta dall'Unione sul tema dei Pacs. Anche Piero Fassino, in un'intervista al mensile gay e lesbico Babilonia è tornato sull'argomento. «I Democratici di Sinistra - ha detto il segretario della Quercia - sostengono e, come è noto, sono favorevoli ai Pacs. Noi continuiamo a pensare che sarebbe la soluzione adeguata». Poi, parlando della formula scritta nel programma dell'Unione, da alcuni definita una «mediazione», il leader dei Ds ha aggiunto: «In ogni caso cìè un punto per noi irrinunciabile che è stato salvaguardato; ed è l'impegno del futuro governo di centrosinistra a introdurre nella legislazione italiana, strumenti di tutela giuridica, ripeto: giuridica, di riconoscimento di tutela per coloro che hanno scelto la convivenza delle coppie di fatto. Noi lavoriamo - perché questi riconoscimenti, queste tutele giuridiche, si avvicinino il più possibile ai Pacs, ai contenuti dei Pacs». Ma Fassino ha voluto parlare anche della posizione assunta dalla Margherita sottolineando che «Anche sui Pacs dobbiamo discutere. Sia chiaro: a nessuno può essere riconosciuto il diritto di veto, ma è un dovere tenere conto dei pareri di tutti e cercare delle sintesi che siano condivisibili». Ma proprio questo distinguo pronunciato dal segretario Ds rischia di diventare il vero elemento di rottura. Non è un segreto, infatti, che non solo la Margherita, ma anche l'Udeur si sono dichiarati assolutamente contrari al riconoscimento legislativo dei Pacs. La partita, insomma, è tutt'altro che chiusa.

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