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L'Ulivo dimezza le donne alla Camera

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In questa legislatura, tra Ds e Margherita erano 40. Nella prossima potrebbero essere poco più di 18

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In questa legislatura il gruppo della Quercia aveva alla Camera ben 35 donne, su un totale di 129 deputati, mentre la Margherita era decisamente peggio rappresentata da un punto di vista del gentil sesso, avendo solo 5 deputate su un gruppo di 80. Complessivamente, sommando i due partiti si arriva a una «quota rosa» che sfiora il 20 per cento, quasi uno su cinque. Non un granché, almeno secondo le rivendicazioni portate avanti dal ministro Stefania Prestigiacomo e dalle deputate della Quercia, ma sempre tantissimo rispetto a quanto potrebbe accadere nella prossima legislatura. Facendo delle previsioni sulla base dei risultati delle ultime elezioni europee e sull'ordine di candidatura nelle liste, dei 220 deputati che potrebbe ottenere il gruppo unico Ds-Dl, solo 18 sono donne. Va detto che se il centrosinistra dovesse vincere sicuramente il loro numero aumenterebbe, visto che c'è il premio di maggioranza e visto che molti deputati, chiamati a far parte della folta schiera di ministri, viceministri e sottosegretari, lascerebbero il posto vuoto per eventuali ripescaggi. Ma in caso di sconfitta il numero rimarrebbe più o meno quello. Se si guarda in termini di percentuali chi fa meglio tra i due è la Margherita, pur essendo un partito poco «aperto» alla presenza femminile. Attualmente nel gruppo dei deputati di Dl ci sono solo cinque donne, nella prossima legislatura potrebbero salire almeno a otto. La Quercia invece ne ha in tutto 35 e alle prossime elezioni rischia di eleggerne solo 10. Eppure al Botteghino da giorni affermano di aver riempito di donne le proprie liste elettorali. Affermazione vera solo a metà. Perché sicuramente c'è una massiccia presenza femminile nelle candidature, ma nelle posizioni dove si è sicuri di essere eletti le donne scompaiono. Basta fare la prova con la lista dell'Ulivo alla Camera del Lazio 1. Nelle prime quindici posizioni — cioè i posti praticamente garantiti per l'elezione — le donne sono solo due, entrambe deputate uscenti della Quercia: Giovanna Melandri e Olga D'Antona. Se si fa il contrario e si parte dall'ultima posizione, dal numero 40 in su, il risultato è sorprendente: su quindici candidati otto sono donne. Addirittura più del 50 per cento. Peccato che le loro possibilità di essere elette sono pari a zero. Resta, è vero, il Senato. Palazzo Madama sembra infatti essere diventato la camera di compensazione per tutte le deputate che la Quercia ha escluso dalla Camera. Non troveranno infatti più il proprio posto al quarto piano di Palazzo Montecitorio Anna Finocchiaro, responsabile Giustizia della Quercia candidata al Senato in Sicilia orientale, Beatrice Magnolfi, candidata in Toscana e Marcella Lucidi, messa in lista nel Lazio. E sempre al Senato troveranno gloria i «volti noti» al femminile del Botteghino: Rosa Calipari, la vedova del dirigente del Sismi Antonio Calipari ucciso un anno fa in Iraq, è stata candidata in Calabria; Anna Serafini, moglie del segretario dei Ds Piero Fassino, si presenterà come terza in Veneto mentre Anna Maria Carloni, moglie del presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, è seconda in Campania.

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