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di ELISA DI SALVATORE «PER QUANTO sia auspicabile un sindacato unitario sarebbe meglio una spaccatura ...

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Il sottosegretario al Welfare Sacconi guarda con timore alle posizioni espresse dal leader della Cgil Guglielmo Epifani al congresso e a quelle che potrebbero essere i veti che il maggiore sindacato italiano porrebbe, in caso di vittoria del centrosinistra, ai progetti di modernizzazione di Prodi. Eppure sia Sacconi che Epifani si sono formati alla scuola politica di modernità che fu il Psi di Craxi. E degli aspetti contradittori dela modernità Sacconi parla nel libro «Un Futuro da precari?». La tesi che vuole i giovani intrappolati in un inesorabile processo di precarizzazione fa ricadere le responsabilità ieri sulla legge Treu, oggi sulla riforma Biagi, al punto che gli è stata mossa l'ingenerosa accusa di «avere bruciato un'intera generazione». Biagi in realtà ha cercato di delineare un mercato del lavoro in funzione dei giovani. La risposta può essere solo una: mettere i giovani nelle condizioni di dare il meglio, secondo le diverse inclinazioni e talenti operando sul fronte educativo, formativo e delle istituzioni perché il mercato del lavoro diventi trasparente e leggibile. Il modello di comportamento proposto esalta la ricerca di occupazione attraverso percorsi educativi celeri e di qualità, con esperienze lavorative in Italia e all'estero. È inoltre fondamentale, secondo la tesi espressa nel libro, che la formazione del futuro lavoratore produca una attitudine alla mobilità ma anche al rischio d'impresa. Quello che si delinea è un modello di società attiva e dinamica che agevola l'ascesa sociale, oggi bloccata all'interno delle reti parentali. Sacconi sottolinea che numerosi passi in avanti sono stati fatti a cominciare dalla riforma Moratti, alla Borsa del Lavoro che metterà in contatto Regioni, operatori privati e Confindustria con chi cerca lavoro facendo quindi incontrare domanda e offerta.

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