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«Mi hanno messo fuori per far posto alla Binetti»

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Ammette la delusione per una candidatura a cui aveva già dato la sua disponibilità Pierluigi Castellani, senatore uscente della Margherita, che alle prossime politiche non sarà ricandidato. Senatore, allora, niente posto? «Così ha deciso il Partito. Per me si sarebbe trattata della terza legislatura, ma la direzione nazionale ha deciso che chi aveva alle spalle già due elezioni non doveva essere ricandidato». Nessuna eccezione? «Solo per chi fa parte della direzione nazionale. Ma io non ne faccio parte, anche se in Senato ho dimostrato di saper rappresentare le istanze del territorio». Ma così il partito si priva del suo miglior senatore, tra i primi 20, con ben 828 provvedimenti presentati in questi anni… «La strategia è di aprire le liste alla "società civile", per sfruttare l'effetto dei media, delle tv che incidono sulle scelte degli elettori. Infatti il secondo della lista, Paola Binetti, presidente di Scienza e Vita, e il terzo, Francesco Ferrante, direttore di Legambiente, provengono tutti e due dalla società civile. Un metodo che, però, non condivido». Perché? «Al nord queste candidature possono avere una logica, ma al centro-sud la situazione è diversa. Qui la politica è ancora legata al territorio e non penso che scegliere "esterni" porterà molti risultati». I dirigenti della Margherita non la pensano così... «Evidentemente no. Altri come me sono stati messi da parte o hanno avuto difficoltà a trovare un posto in lista». Ma almeno ci sarà per lei un ruolo nel partito? «Fino ad ora nessuno mi ha chiamato. Sono un uomo di partito e quindi resto a disposizione».

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