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In lista Pisanu, Scajola, Buttiglione da un lato; Marini e Turco dall'altro

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Ancora polemiche in Ds e Margherita. Dentro Giulietti, fuori Santagata

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I saggi del Senato, invece - forse un po' più distaccati dalle contigenze - avocavano a sé il diritto di correggere eventuali errori. Era Montecitorio il luogo degli epici scontri tra i segretari di partito. Era nel Transatlantico che avvenivano gli incontri - persino quelli dati per impossibili - tra opposti estremi. Nella prossima legislatura non sarà più così. Perché un pezzo pesante della Camera si sposterà al Senato. Un trasloco in piena regola che cambierà radicalmente l'equilibrio del prossimo Parlamento. I partiti, infatti, a destra come a sinistra, stanno per mettere in campo pezzi da novanta nella gara per la conquista dei seggi al Senato. I motivi sono vari. In parte, perché proprio per la Camera «alta» il sistema elettorale prevede il premio di maggioranza locale. Significa che ogni regione è una storia a sé, e dunque anche una battaglia a sé stante. E ciò significa che la guerra si risolverà al fotofinish: sono tre, forse quattro, le regioni in bilico tra uno schieramento e l'altro. La partita è aperta e per questo i partiti hanno scelto nomi che possano spostare pacchetti consistenti di consensi. Il primo a capirlo è stato Francesco Storace, che per An ha chiesto da subito di essere candidato per Palazzo Madama nel Lazio, una delle regioni ancora sospese tra un polo e l'altro. Ma su questo terreno, è l'Udc il partito che si è mosso di più, candidando Marco Follini, Mario Baccini, Calogero Mannino, Totò Cuffaro e forse anche Rocco Buttiglione. A questo punto, pure gli azzurri hanno deciso di rivedere il proprio assetto. E sarà quasi certamente spostato nella battaglia per Palazzo Madama il ministro dell'Interno Beppe Pisanu. Non solo: negli ultimi giorni si sono intensificati anche i contatti per far scendere in campo Claudio Scajola in Liguria, altra regione che la Casa delle Libertà spera di recuperare, e Pietro Lunardi in Emilia. Infine, fuori da questa partita, resta il caso di Roberto Formigoni. Il presidente della Lombardia sogna il suo rientro sulla scena nazionale e insiste per un seggio senatoriale che a Forza Italia considerano più un fastidio che altro. Poi c'è il capitolo Marcello Pera. Il presidente del Senato è impegnato nella sua difesa dei valori occidentali e ha chiesto all'islamista e vicedirettore del Corriere della Sera Magdi Allam e alla corrispondente da Israele de La Stampa Fiamma Nirenstein di candidarsi con gli azzurri. Nel centrosinistra, l'Unione prova a schierare una squadra anche più forte. Non solo. Ma siccome l'Ulivo si presenta unito alla Camera, Ds e Margherita sparano le loro cartucce migliori proprio nelle liste separate per Palazzo Madama, per il quale corrono con i loro rispettivi simboli. Nella formazione dei Ds, per esempio, ci sono l'ex capo del pool di Mani Pulite Gerardo D'Ambrosio, il direttore del Philadelphia center Ignazio Marino, Sabrina Rossa, figlia del sindacalista Guido ucciso dalle Br. E nel Lazio arriva anche Goffredo Bettini (alla Camera invece ci saranno Giovanna Melandri nel Lazio 1 e Fulvia Bandoli nel Lazio 2); nelle altre regioni, sotto la Quercia una bella truppa di donne: Anna Finocchiaro, Livia Turco, la moglie di Bassolino Anna Maria Carloni e Rosa Calipari, vedova del dirigente del Sisde ucciso un anno fa in Iraq. I Democratici di sinistra hanno definito proprio ieri le candidature anche per la Camera, con un ampio spazio alla componente fassiniana, con capilista come Marina Sereni, Maurizio Migliavacca, Gianni Cuperlo. Mentre è stato recuperato, in Piemonte, Beppe Giulietti, storico sindacalista Rai e grande esperto di comunicazione e tv. I Ds - i dalemiani in particolare - stanno subendo inoltre un'opa da parte della Rosa nel Pugno, che in lista avrà anche l'ex ghost writer del presidente Ds, Fabrizio Rondolino, così come il costituzionalista Michele Ainis, il regista Marco Bellocchio, saggisti, politologi e accademici come Luciano Cafagna, Pio Marconi (ex Csm), Luciano Pellicani. I Verdi-Pdci lanciano Armando Cossutta. Nella competition con i

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