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Dal fascio littorio ai No Pacs, ecco la carica dei piccolissimi

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Ma dietro era folto il numero di altri rappresentanti di lista, in attesa anche loro di essere fra i primi a depositare il simbolo, scongiurando così eventuali imitazioni e sperando, magari, anche in un pò di visibilità mediatica. E mentre le forze politiche maggiori se la prendono più comoda, per il deposito c'è tempo fino a domenica pomeriggio, a presentarsi per prime al ministero sono state ieri 84 formazioni di una costellazione politica quanto mai vasta e variegata. Fra queste il Comitato No Euro di Franco Rabellino, schierato con il centrodestra, che lamenta non solo lievitazione dei prezzi e rallentamento dell'economia, ma anche un "signoraggio" da parte della Bce grazie ad un guadagno fisso per ogni banconota emessa. In campo anche il simbolo «No ai Pacs» di Vittorio Colavitto, che ambisce ad una corsa solitaria alla Camera ed al Senato per fare barriera contro le unioni civili sostenute dalla sinistra. In attesa tra i primi anche i monarchici di Stella e Corona, che non vogliono più regalare i loro voti alla Cdl - spiega il loro rappresentante Mario Matteucci - ma il cui contrassegno si troverà presto in compagnia di altre formazioni nostalgiche della casa reale. D'altra parte non sono i soli a guardare orgogliosamente al passato: lo fa anche il Pci Marxista-Leninista di Domenico Savio, falce e martello gialli su sfondo rosso fuoco. Al futuro della grande Rete guarda invece il Partito Internettiano di Francesco Miglino. E c'è chi candida, a sua insaputa, Luca Cordero di Montezemolo a capo di una mini-coalizione per evidenziare i «pasticci» di una riforma elettorale che solo nelle successive istruzioni - spiega Ugo Sarao - ha previsto la necessità di assenso da parte del leader designato. E, un po' a sorpresa, spunta anche un fascio littorio tra i simboli presentati alla direzione centrale dei servizi elettorali del Viminale. È il simbolo del Movimento Fascismo e Libertà.

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