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Tentato raggiro usando il nome Montezemolo

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Ma Montezemolo, numero uno di Confindustria, con l'indagato non c'entra un bel niente, a differenza di quanto potrebbe essere apparso dalla titolazione di un servizio riportato ieri da Il Tempo. Nell'inchiesta c'è sì il suo nome, ma emerge chiaro e tondo che ci sta da "vittima" alla quale Di Giandomenico stava provando - come scritto pure ieri - a tirargli un colpo. L'allora ex sindaco, infatti, parlando con uno degli indagati fece capire che avrebbe provato a fare pressione sul presidente degli industriali per acquistare un costosissimo macchinario scientifico per lo studio medico della moglie, Patrizia De Palma (attualmente detenuta), e avrebbe cercato di farlo acquistare da una ditta amica che per sdebitarsi avrebbe pagato per cinque anni i viaggi in America della signora. Nessun addebito, dunque, a Cordero di Montezemolo, nessuna critica, nessun addebito. Soprattutto, nessuna responsabilità né penale e né civile. Tirato per la giacca, questo sì, da Di Giandomenico e la moglie De Palma, promotori, secondo l'accusa, di un centro di potere che avrebbe terremotato mezzo sistema sanitario in Molise, tanto da fare ipotizzare ai magistrati inquirenti i reati di corruzione, concussione, abuso di ufficio e associazione a delinquere. Un centro di potere che avrebbe voluto sfruttare il peso politico del suo principale indagato per ottenere privilegi e consensi. Di Giandomenico voleva sfruttare la sua carica di amministratore locale per mettere in pratica il suo piano: pericolo scampato per Montezemolo, infastidito da quel nome finito in fondo a quella pagina di un procedimento giudiziario a lui completamente estraneo.

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