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«TRA Europa e Stati Uniti si sta producendo qualcosa di simile a una deriva geopolitica dei continenti.

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Marcello Pera è intervenuto ieri all'American University of Rome sul tema «L'Europa a un bivio» e ha tracciato un quadro generale dei rapporti Usa-Europa e soprattutto della crisi di identità politica e spirituale del Vecchio continente rispetto alle nuove sfide e ai nuovi problemi internazionali. «Neanche i recentissimi attacchi alle nostre ambasciate e ai nostri consolati, le chiese date alle fiamme, l'uccisione di nostri sacerdoti sembrano in grado si svegliare l'Europa». Nel corso della conferenza Pera ha insistito in particolare sul distacco tra Europa e Usa fino al termine della guerra fredda e anche dopo. «Europa e America - ha spiegato - si sentivano parte di una stessa area, comunità, civiltà, vale a dire l'occidente. Non a caso allora l'occidente era definito anche "mondo libero". Oggi non è più così» e Pera fa risalire questo distacco a subito dopo l'11 settembre perché quel giorno «è emersa una minaccia completamente nuova per tutti noi» e da allora, nonostante i proclami il vecchio continente ha «iniziato a mostrare esitazioni, a introdurre sottili distinzioni giuridiche e politiche, a vagheggiare una indecifrabile "terza via" a nascondersi dietro lo scudo del consiglio di sicurezza dell'Onu, e alla fine a lasciare sola l'America. Già pochi mesi dopo l'attacco non eravamo più tutti americani, non eravamo più tutti occidentali sulla stessa nave in balia delle onde. Quella nave l'Europa l'aveva abbandonata. Perché?». La risposta che dà Pera nasce dal problema dell'isolazionismo europeo, dall'incapacità di capire che in una regione lontana, sia essa africana o asiatica o mediorientale, «può accadere qualcosa che costituisce un pericolo per la nostra società». Alla radice di questa incomprensione vi è, per Pera, una sorta di decadenza spirituale che affonda le radici nell'imperante relativismo, «una dottrina secondo la quale le tradizioni, le culture, le civiltà sono sistemi autonomi e chiusi». I sintomi di questa situazione sono molti: la crisi di identità, il multiculturalismo e la cosiddetta «sindrome di colpevolezza». Pera, concludendo la sua disquisizione ha richiamato l'Europa a prender coscienza di questa situazione perché l'effetto di questa crisi «è devastante». Il presidente del Senato cita più volte Papa Ratzinger e attacca frontalmente il relativismo: «Non possiamo confrontarci con nessuno se in partenza sosteniamo che non c'è nessuna verità da affermare, nessun valore da preferire, nessun principio che valga la pena di essere difeso. L'Europa non può essere se stessa se non intende affermare e promuovere quei valori senza la quale essa neppure esisterebbe. Se non tornerà a capire che i suoi principi valgono non solo per se ma per tutti, perché danno dignità e ospitalità a tutti, essa diventerà irrilevante sulla scena mondiale», e se quel giorno arriverà «avremo perso tutti perchè la nostra grande civiltà si sarà trasferita altrove».

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