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Caruso (Prc): «La sovversione

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è un dovere»

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Dopo aver detto di preferire Hamas a Mastella, dopo aver ipotizzato l'esproprio della barca di D'Alema, ieri Caruso ha parlato di «sovversione». «Credo che le forme di resistenza - ha detto partecipando con Bertinotti e Vendola ad un convegno sul Mezzogiorno organizzato a Napoli dal Prc -, i blocchi ai cancelli di Melfi, le lotte per l'inceneritore ad Acerra, le battaglie a Scanzano, quelle che ci saranno in futuro, non sono un rischio ma una risorsa della democrazia. Per questo vanno valorizzate e messe al centro». «Questo rovesciamento per così dire sovversivo della democrazia - ha aggiunto -, che prevede che ci sia non più un meccanismo che parte dall'alto e va in basso ma il rovesciamento della piramide, va messo oggi all'ordine del giorno». Caruso si è quindi rivolto al ministro Pisanu. «So - ha detto - che alla Procura di Cosenza e al ministro Pisanu questo non piace, oggi però la sovversione non è un diritto, ma un dovere». Un'affermazione sulla quale il leader dei Disobbedienti è tornato, rispondendo a margine alle sollecitazioni dei cronisti. Sovversione in senso rivoluzionario? «No - ha replicato - Si tratta di un programma minimo di decenza politica. È ovvio che non è pensabile semplicemente riformare una dimensione della politica e della democrazia ormai completamente in crisi». «Penso alla democrazia non solo in senso generale - ha continuato - quella di Abu Graib, e di Guantanamo, famosi esportatori di democrazia, o a Falluja, dove poi col fosforo bianco i comportamenti diventano quelli di veri e propri terroristi, ma credo che il problema sia uscire oltre le forme di democrazia rappresentativa, oltre le forme attuali della democrazia». Per il leader dei Disobbedienti, «non basta andare una volta ogni cinque anni a mettere una scheda in un'urna, bisognerebbe dare molta più voce ai cittadini e alla società civile: costruire forme di democrazia diretta e di partecipazione». Parole che sono state apprezzate dal segretario di Rifondazione. «Caruso - ha detto Bertinotti - è semplicemente un candidato dentro un discorso di democraticità». E se il leader dei Disobbedienti, nel candidarsi con il Prc parla di «dovere della sovversione», a giudizio del segretario di Rifondazione usa «un termine che dall'800 ha accompagnato la storia del movimento operaio e di tutte le forze del cambiamento». «Non vedo dove sia lo scandalo - ha aggiunto Bertinotti -. Sovversivo è l'epiteto che è stato utilizzato sempre contro tutti quelli che hanno combattuto per il cambiamento».

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