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Fini sfida Fi e apre alle coppie di fatto

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Il leader di An si prepara a «scalare» l'elettorato berlusconiano e lancia la «destra moderna»

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Non solo gli avversari del centrosinistra, quindi, ma soprattutto gli alleati azzurri sono avvertiti. La sfida contro il «partito di plastica» si gioca sui contenuti e per farlo i big dei via della Scrofa «citofoneranno uno ad uno» a tutti i cittadini italiani per informarli del programma. An insomma ha deciso di adottare la tattica, già scelta dall'altra punta della Casa delle Libertà, il leader dell'Udc Pierferdinando Casini, di parlare delle cose concrete che An farà piuttosto che rincorrere Berlusconi nell'occupazione dei media. Lo dicono La Russa, Storace, Alemanno parlando dal palco della Fiera di Roma. Lo ripete il responsabile propaganda del partito Menia per il quale l'arma vincente di An per rosicchiare quote di elettorato agli azzurri sarà quello che Forza Italia non ha, cioè «il cuore». Ma anche i dati, come fa La Russa (vedi pezzo a parte). Storace confessa che se dovesse rifare il ministro della Salute sul decreto di nomina gli piacerebbe vedere la firma del «Presidente del Consiglio Gianfranco Fini». Chi parla esplicitamente di strategie elettorali diverse all'interno della Cdl è Alemanno: «A fronte della campagna avviata da Berlusconi - spiega il titolare dell'Agricoltura - noi punteremo all'identità, a convincere l'elettorato non raggiunto dal premier». Gli ex colonnelli di An sono quindi più che solidali con il loro leader che ha deciso di giocare in prima persona. La Russa dal palco si gira verso di lui e dice «Grazie presidente». Storace inizia il suo discorso con un «Caro Gianfranco…» per ricordargli quando un anno fa durante le elezioni regionali «subì duri attacchi alla memoria di suo padre». Il ministro delle Politiche Agricole, oramai lanciato nella campagna a sindaco di Roma contro Veltroni, ricorda che An «è nata proprio nella Capitale», quando Fini lottò contro Rutelli per la poltrona in Campidoglio. Gli interventi di ieri sono tutti uno scambio di cortesie con il leader. Ma chissà se gli ex colonnelli sanno che mentre loro ribadiscono che il programma di An difenderà caparbiamente gli antichi valori della destra contro gli attacchi della sinistra alla famiglia con proposte come i Pacs, Fini in realtà sta già meditando un'apertura alle coppie di fatto? Sembra infatti che il capo di via della Scrofa ne accennerà nel suo discorso di oggi, quando chiuderà i lavori della Conferenza. Il discorso sarà più ampio e complesso, Fini si prepara a lanciare una nuova destra, la «destra moderna», più collegata alla realtà, più legata alla società e ai suoi cambiamenti. Bene la famiglia tradizionale, ragiona Fini, ma la destra si apra anche a forme di tutela (assistenza sanitaria, testamenti) per coppie di fatto, naturalmente solo etero. Modernizzazione è la parole chiave. Piccoli assaggi del progetto finiano, che intende chiaramente andare oltre i soliti confini dell'elettorato di An, si sono intravisti nelle parole dei fedelissimi del presidente. Come Silvano Moffa. O come Cristiana Muscardini: «Fini ha già detto che lo sforzo del partito deve essere per il rispetto vero dei diritti individuali di ciascuno e che la destra oggi è portatrice di un progetto ben identificabile che tenga conto degli sviluppi attuali della società». Per la Muscardini insomma è inconcepibile che oggi ad una coppia di fatto per esempio non sia consentito che uno dei due partner assista l'altro in ospedale. E sottolinea che quando Fini parla di «identità di un partito che è in divenire ogni giorno» intende dire che un partito non deve subire il progresso ma promuoverlo e quindi essere organismo di una società a seconda di come essa cambia. Insomma, come lo stesso Gianfranco ha scritto nell'introduzione al documento contenente le proposte per il programma, «An non è più la stessa di 10 anni fa».

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