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Fini per il concepito, Fassino coi 16enni

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Quando la legislatura non aveva ancora una settimna e prima che il governo vedesse la luce. Un solo articolo assieme a un gruppo di deputati della Casa delle Libertà per riconoscere la capacità giuridica fin dal concepimento. «È evidente che il legislatore ha il dovere morale di introdurre il concepito nell'ambito del diritto non come una cosa ma come un soggetto», si leggeva nel testo. Piero Fassino invece si è dato da fare con varie iniziative anche se da quasi un anno sembra essersi «fermato». Il leader della Quercia ha cominciato chiedendo la riforma del diritto societario, un'iniziativa firmata assieme all'ex ministro dell'Economia Vincenzo Visco e a Pietro Folena, poi passato con Rifondazione. L'ultima quasi un anno fa per dare il dirtto di voto anche ai sedicenni. Stavolta la firma è con Piero Ruzzante. La disparità nei lavori tra esponenti di magioranza e opposizione è ovvio. Anche se non esiste nessun divieto, la prassi parlamentare impone che i membri del governo non presentino proposte di legge, anche perché possono legiferare direttamente dai dicasteri. Per questo le proposte di legge sono state depositate prima che fosse varato il governo. Allo stesso modo ministri e sottosegretari non fanno interrogazioni parlamentari, perché non avrebbe senso interrogare il governo di cui si fa parte. Per questo motivo, per esempio, Silvio Berlusconi non ha presentato alcun atto. Ma al momento di entrare alla Camera ha chiesto di essere assegnato alla commissione Affari esteri, dove poi è stato sostituito da Claudio Azzolini. Pier Ferdinando Casini, invece, non ha avuto il tempo di presentare nessun atto perché eletto alla prima seduta. Ha collezionato però una serie di incarichi minori: presiede la giunta per il regolamento, la sezione giurisdizionale dell'ufficio di presidenza, il comitato per la diplomazia parlamentare, il comitato per la tutela del patrimonio artistico e architettonico, il comitato per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche e infine anche il comitato per la realizzazione di un museo della rappresentanza nazionale. Umberto Bossi (poi diventato eurodeputato) aveva fatto due proposte: una iniziativa urbanistica e l'istituzione della provincia di Monza e Brianza, divenuta legge. Più prolifico il sottosegretario alla presidenza Paolo Bonaiuti (anche protavoce di Berlusconi) che ha chiesto tra l'altro l'assistenza sanitaria amnche sui treni. Nelle fila dell'opposizione, Massimo D'Alema (deputato fino al 2004, quando è diventato europarlamentare) ha presentato due proposte per il Sud: un'indennità di inserimento al lavoro per i partecipanti ai programmi di politica attiva del lavoro e aiuti per la sanità nel Mezzogiorno. Attivo anche Fausto Bertinotti, anche lui oggi a Strasburgo. Ha chiesto l'istituzione della retribuzione sociale e un nuovo meccanismo di indicizzazione automatico delle retribuzioni da lavoro dipendente. Ha presentato in tutto 21 atti tra mozioni, interrogazioni e risoluzioni. S'è dato da fare anche Francesco Rutelli, il leader della Margherita. Che a Montecitorio ha subito intuito che la questione morale sarebbe diventato un tema all'ordine del giorno visto che ha proposto l'istituzione dell'Autorità garante dell'etica pubblica e della prevenzione dei conflitti di interessi. Di recente ha chiesto che si svolga un referendum sulla costituzione europea e una legge per la ricerca sulle cellule staminali.

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