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«Si ricordano di noi

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solo alle elezioni»

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Quasi una «bambina» rispetto ai suoi più attempati colleghi. Ma Chiara Moroni è tutt'altro che una «bambina» e oggi, a distanza di cinque anni, si prepara per una campagna elettorale che, con molta probabilità, le regalerà la sua seconda legislatura. La politica in Italia è sempre di più una cosa da vecchi. Colpa della politica o colpa dei giovani? «Senza dubbio colpa della politica che si ricorda dei giovani, se se ne ricorda, quando si va a votare». Eppure le più grande rivoluzioni politiche sono state fatte dai giovani? «Probabilmente una volta i partiti erano più "ideologici" e i giovani, si sa, sono sempre molto attirati dagli aspetti ideali». La politica non parla più ai giovani e i giovani non si interessano di politica. Come se ne esce? «È il classico serpente che si mangia la coda. I giovani non fanno politica, la politica tratta temi distanti dai giovani, i giovani non sono attirati. Credo che sarebbe utile e importante ripensare le forme di aggregazione e di valorizzazione dell'attività dei giovani in politica». Magari si potrebbe pensare a delle «quote giovani»? «Io non credo in una società divisa in categorie. Non credo sia questo il modo per riavvicinare i giovani alla politica». N. I.

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