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Mimun-Rognoni scambio di accuse sui «raccomandati»

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Prima dalle colonne del Corriere della Sera, che ha pubblicato due loro lettere, e poi sulle agenzie. Mimun ha confermato la sostanza di quanto gli è stato attribuito dallo stesso Rognoni: «Ci sono alcuni posti di responsabilità, che chi vince le elezioni decide di occupare. Uno di questi è sicuramente il mio». Ma aggiunge di aver espresso questo concetto in un colloquio con Rognoni del 6 dicembre in cui «con estrema cortesia mi invitò, al fine di "rasserenare il clima", a valutare l'opportunità di attribuire ad un giornalista di aria diessina una vicedirezione del Tg1». «Con altrettanta cortesia — prosegue il direttore — spiegai che non avevo intenzione di inviare né segnali di pace, né di guerra, verso chicchessia (...) il riferimento allo spoil system emerse perché sottolineai che, a mio avviso, come sempre, le elezioni avrebbero determinato i nuovi assetti anche nei vertici Rai». Rognoni nella lettera di ieri ha precisato: «Prima ancora di pensare a direttori da cambiare, la Rai dovrebbe avviare un semestre di riflessioni, dare il via a un grande dibattito, su quale servizio pubblico vogliamo nei prossimi anni». Ma, letta la dichiarazione di Mimun, a stretto «giro di posta» ieri è arrivata una nuova controreplica di Rognoni: «Caro Direttore Mimun leggo che, con una malizia e malignità che non sospettavo in te, mi attribuisci di averti chiesto di assegnare a un giornalista di "area diessina" una vicedirezione del Tg1». «Tu sai — prosegue Rognoni — che in diverse occasioni, anche dinanzi al Cda della Rai, hai lamentato la mancanza di forze redazionali sufficienti. Ora non puoi ignorare che da tempo in azienda pendono in sede sindacale le vertenze non di uno ma di diversi giornalisti del tg1, di cui non conosco e non intendo conoscere l'orientamento politico. Lamentano di essere gravemente sotto utilizzati o addirittura di essere lasciati in disparte. E in questo contesto che ti ho chiesto di fare il possibile per recuperare come direttore, la fiducia di tutta la redazione. Non ho chiesto posti, non rientra nella mia cultura e nel mio ruolo. Ho chiesto che tu, come ogni direttore dovrebbe, ti facessi carico delle tensioni interne e del malessere della tua redazione». L'ultima parola è ancora di Mimun: «Confermo integralmente, parola per parola la lettera pubblicata stamane a mia firma dal Corriere della Sera, i cui contenuti avevo anticipato ieri (venerdì) alle 12.00 al consigliere Rai Carlo Rognoni che mi aveva telefonato. Sono io ad esprimere meraviglia e stupore per la sua meraviglia ed il suo stupore».

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