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Basta favori agli onorevoli

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Adesso deve intervenire il governo, perché la denuncia da sola non basta a cambiare le cose. Sarà stato un caso fortuito che ha coinciso con l'evidenza dei fatti, messi nero su bianco dal nostro quotidiano, ma proprio ieri il ministro della Salute, Francesco Storace, ha indetto in tutta fretta una conferenza stampa, per illustrare il piano nazionale per contenere i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie per il triennio 2006-2008, che prevede anche 2 miliardi di euro a Regioni e Asl, ma solo se taglieranno i tempi. Il ministro della Salute, Francesco Storace, fa tesoro della lezione della cronaca. E che fa? sbandiera ai quattro venti la prassi, in alcuni ospedali romani, di fare favori ai politici (anche se ieri il manager del San Camillo, Luigi Macchitella, ha negato che al Forlanini ci siano corsie preferenziali per chiunque). Davanti a giornalisti stampa e tivvù il ministro cita apertamente l'inchiesta de "Il Tempo" sulle liste d'attesa che s'allungano quando il paziente è un comune mortale. E vi attinge addirittura lo spunto per avvertire con severità che «questi margini di discrezionalità in sanità non dovranno più esistere». Riuscendo persino a non dimenticarsi del dossier della Cgil su 17 strutture regionali, dove non sono state mantenute le promesse sui tagli alle agende lunghissime. È l'antipasto della conferenza stampa per la presentazione del nuovo corso della guerra alle liste d'attesa, andato in scena ieri alle 15 al ministero della Salute «in casuale coincidenza anche con la conferenza dei Ds» sottolinea il ministro, che non perde l'occasione per fare paragoni e commenti. «Loro fanno proposte confuse per migliorare il titolo V della Costituzione - dice - noi ci muoviamo solo nella legislazione vigente». Dunque ecco i pilastri. Tra i principali obiettivi ci sono velocizzare e rendere certa l'erogazione di 100 prestazioni sanitarie prioritarie; garantire l'appropriatezza delle prescrizioni; assicurare ai cittadini il diritto di rimborso in caso di disservizio. Ed è davvero una grande novità che la Asl paghi le prestazioni in intramoenia, per ciascuna delle 100 prestazioni prioritarie, nel caso si sforino i tempi. Sono le linee guida del piano che dovrà andare a regime dal prossimo 1° luglio e che vedrà impegnate in prima linea le Regioni. Saranno queste, infatti, a dover fissare i tempi massimi di erogazione di ognuna delle 100 prestazioni (dalle mammografie alle tac, dalle risonanze magnetiche alle ecografie) a livello locale seguendo quattro classi di priorità: che vanno da un massimo di pochi giorni a 180 giorni, mentre quelle rinviabili non devono superare i 12 mesi. In caso di inerzia o ritardo della Regione nel fissare i tempi massimi, prevede inoltre il piano nazionale, i cittadini saranno garantiti da quelli fissati a livello nazionale. Una volta individuati i tempi, è il direttore generale della Asl a diventare garante nei confronti dei propri assistiti. 100 prestazioni prioritarie. Vengono individuate a livello locale 100 prestazioni prioritarie che la Asl deve garantire al cittadino, in strutture pubbliche o accreditate, nei tempi di attesa fissati dalla Regione. Password per medici di famiglia e pediatri. Con una password potranno prenotare direttamente dallo studio per i casi più gravi. Gratis da privati in intramoenia. Il cittadino non pagherà più di tasca propria la prestazione in regime di intramoenia, se per la prestazione in strutture pubbliche si dovesse sforare il tempo massimo consentito. Appropriatezza prescrizioni. Sarà istituita la Commissione nazionale che dovrà monitorare il fenomeno e predisporre Linee Guida per fissare criteri di priorità e appropriatezza delle prescrizioni delle prestazioni. Piano e cup regionali. Le Regioni devono elaborare un piano programmatico di contenimento delle liste di attesa. E devono atti

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