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Un'alleanza che dura da tredici anni

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Così Silvio Berlusconi al congresso di An a Bologna, nel 2002, parlando del suo rapporto con Gianfranco Fini. Una storia che dura ormai da 14 anni e che, come tutte le «storie d'amore» che si rispettano, ha vissuto alti e bassi. Anche se, sfogliando l'album dei ricordi, i momenti felici sembrano nettamente di più. La data simbolo di questa unione più che decennale è sicuramente il 23 novembre 1993. Quel giorno, a Casalecchio di Reno, Silvio Berlusconi fece la sua pubblica dichiarazione. Mancava poco al ballottaggio per la poltrona di sindaco di Roma e il Cavaliere dichiarò senza timori che, tra Rutelli e Fini, lui preferiva quest'ultimo. Da allora i due si sono sembre battuti fianco a fianco e, anche se non sono mancate le incomprensioni (ve lo ricordate l'Elefantino alle Europee del 1999?), si può certamente dire che la loro è un'unione più che solida. Al punto che Gianfranco Fini, anche quando ha sollevato problemi e discussioni all'interno della Cdl, ha sempre ricevuto dal premier parole di apertura. Come lo scorso 8 aprile quando, dopo il disastroso risultato delle regionali, il premier scrisse una lunga lettera a Fini per proporre un rilancio dell'azione di governo e sottolineando proprio «lo spirito di lealtà e collaborazione» del vicepremier. Ma è nei momenti che contano che Fini non ha mai fatto mancare la sua solidarietà e la sua netta opposizione agli «attacchi strumentali» dell'Unione. Dal processo Sme alle inchieste dell'Economist Fini era sempre lì, in prima fila, a puntare il dito contro le «campagne di demonizzazione» e «l'accanimento giudiziario». A puntare il dito contro il comune nemico, il centrosinistra. Ieri l'ennesima difesa. Anche dopo 14 anni, il «matrimonio» si conferma «indissolubile, senza ombre e scappatelle». N. I.

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