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Avezzano, Melfi e Sulmona in rivolta «Ci hanno tradito, non voteremo»

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Tra i sette enti locali «mancati» molti bacini elettorali del centrodestra

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Almeno se i quasi 2 milioni di cittadini che fanno riferimento al Coordinamento nazionale nuove province (in gran parte elettori del centrodestra) decideranno di mettere in pratica la loro minaccia: astenersi dal voto alle prossime elezioni politiche. La storia è abbastanza complessa e riguarda l'istituzione delle nuove province in Italia. Impegno «solennemente assunto da autorevoli membri del governo e della maggioranza». Almeno così dice Giacinto Casciano, responsabile del coordinamento nazionale. Impegno che ora verrà disatteso. La maggioranza di governo ha infatti deciso di liquidare il problema con un semplice ordine del giorno che dovrebbe essere predisposto dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. «Una presa in giro» commenta senza mezzi termini Casciano. «Sì, perché l'impegno - aggiunge -, almeno a parole, era di tutt'altro tipo e, a più riprese, esponenti della maggioranza avevano fatto proprio questo impegno». A partire da Sandro Bondi che, a nome di Forza Italia, «si era impegnato solennemente per l'isituzione di queste nuove province». Le cose sono andate diversamente. Il Governo ha sì istituito tre nuove province (Monza, Fermo e Barletta), «ma solo perché - spiega Casciano - Bossi aveva chiesto che venisse istituita la provincia di Monza». Poi più niente. Così Venezia Orientale, Avezzano, Aversa, Bassano del Grappa, Melfi, Sibari e Sulmona sono rimaste al palo e ora puntano i piedi. «Dopo l'istituzione delle province di Fermo, Barletta e Monza - riprende Casciano - le forze di governo avevano definito realistica la possibilità di concludere l'iter in un ramo del Parlamento in modo da ottenere, senza oneri finanziari, una priorità per la prossima legislatura, senza costringere i comitati a ricominciare di nuovo l'iter parlamentare. In poche ore questo obiettivo sembra vanificato». A nulla sono servite le due manifestazioni che hanno portato a Roma oltre 200 sindaci. La cosa «buffa» è che gran parte di questi territorio sono bacini elettorali del centrodestra. Bacini elettorali che ora annunciano azioni di protesta nei confronti del governo. «Stiamo pensando - spiega Casciano - di invitare i nostri elettori ad astenersi alle prossime elezioni». N. I.

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