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Anche Mastella alza la voce

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«Checché ne dicano alcuni Soloni della politica - ha dichiarato ieri il leader dell'Udeur -, la differenza alle prossime elezioni politiche la farà ancora una volta il Centro. È avvenuto nel 2001 e così sarà anche ad aprile. È da sempre la nostra tesi». «Ne deriva - osserva - che la competizione con la Casa delle Libertà andrà giocata su questo segmento che, anche in virtù della nuova legge elettorale e dell'esiguo divario che separa le due coalizioni, diventa nevralgico». Insomma, se l'Unione vuole avere qualche speranza di battere Berlusconi alle prossime elezione deve tenerci più in considerazione. E Mastella lo dice chiaro e tondo: «L'Unione, se vuole vincere la sfida, dovrà cercare il maggiore consenso elettorale mettendo a punto alleanze e programmi in linea anche con le aspettative di un mondo moderato destinato a fare la differenza. Un mondo certamente distante dalle derive a sinistra ma soprattutto da quelle radicali». Anche l'Udeur, quindi, ha tutta l'intenzione di giocare le sue carte. Anche perché, secondo Mastella, è solo l'area di centro che potrà recuperare i consensi che la vicenda Unipol rischia di far perdere all'Unione. Ma Mastella si spinge oltre e ipotizza anche uno scenario futuro: quello del terzo polo che, dice, «è politicamente possibile». Talmente possibile che «forse - aggiunge - parleremo anche di questo al congresso nazionale di fine mese». Magari confortati da un fresco accordo elettorale con il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo (accordo sempre più vicino). L'analisi di Mastella sembra confermata anche dai dati pubblicati ieri dal Corriere della Sera che evidenziano un notevole incremento dell'area degli indecisi che, in gran parte, sarebbe formata da moderati. «Se qualcuno azzardasse una lista di centro - ha aggiunto Mastella - raccoglierebbe consenso nel Paese, non so se ci sia questo azzardo ma potrebbe verificarsi». «Questo dato spiega l'allarme diffuso nell'area moderata da quanto accaduto nel centrosinistra. Spero si riesca a recuperare. Speriamo di non essere emarginati come è spesso accaduto». Chi ha orecchie per intendere, intenda.

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