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Fassino e la matematica? Un'opinione

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Le intercettazioni del segretario Ds con Consorte somigliano tanto a un corso di finanza

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Una sorta di corso per ripetenti. Quella intercettata tra Giovanni Consorte e Piero Fassino, più che la telefonata dello scandalo, passerà probabilmente alla storia come la telefonata in cui il segretario della Quercia ha fatto vedere a tutto il mondo che tra lui e le vicende finanziarie non scorre proprio buon sangue. Quasi un controsenso per chi continua a descriverlo come il «grande vecchio» che ha mosso i fili di Unipol per scalare Bnl. Prendete in mano i «brogliacci» pubblicati da Il Giornale. Per oltre metà della telefonata, l'ex numero uno di Unipol, è costretto a spiegare tutti, ma proprio tutti i dettagli dell'operazione ad un Fassino che si divide fra domande e laconici «ho capito». Righe e righe di numeri. Somme che si ripetono perché il segretario della Quercia proprio non capisce come si fa a raggiungere quel 51% che garanatirà ad Unipol e a i suoi soci il controllo della banca. Tutto ha inizio da quelle «quattro cooperative» con cui Consorte introduce la sua spiegazione. «Quanto prendono?» è la domanda di Fassino (sarà l'argomento che più gli interessa: la ripartizione delle quote). «Quattro cooperative il 4%» risponde Consorte. Qui scatta la prima domanda dettata forse dal fatto che Fassino ancora non sa ancora tutti i dettagli: «Il 4% per ciascuna cooperativa?». «No - risponde Consorte - L'uno per cento l'una». «Uno per cento per quattro» ripete Fassino quasi stesse ripetendo a memoria una tabellina. Ma è a questo punto che la vicenda si complica. Sì, perché Fassino vuole sapere di più e Consorte è costretto a fare numeri e cifre di tutti i soggetti coinvolti nell'operazione. «Poi ci sono quattro istituti di credito italiani che sono al 12%. Infine banche estere come Nomura, Credit Suisse e Deutsche Bank che hanno l'un per cento, l'altra circa il 14,5%». Certo, non si può proprio dire che Consorte sia un insegnante modello, la sua spiegazione sembra tutto fuorché chiara, ma per Fassino pari è. Il segretario della Quercia ripete quasi stesse prendendo nota: «14 e mezzo». Consorte continua: «Sì poi c'è anche Gnutti e Hopa...il 4,99%. Marcellino Gavio e Pascotto all'1 e mezzo». «Insieme?» domanda - quasi perplesso ma molto interessato - Fassino. «Certo - risponde Consorte - e poi Unipol chiude al 15%». Fine della lezione? Magari, c'è ancora il «capitolo opa». «Tu ora che operazioni fai dopo questo?» domanda il segretario della Quercia. Consorte annuncia che lancerà l'opa. La successiva domanda di Fassino non si fa attendere: «Hai già lanciato l'opa obbligatoria?» «Già - risponde l'ex numero uno di via Stalingrado -, proprio al medesimo prezzo delle cessioni delle azioni degli immobiliaristi». Ma ecco rispuntare il famigerato 51%. Fassino non ha capito molto dei passaggi precedenti: «Noi abbiamo il 15 più 4 delle coop fa 19 a noi, e come arrivi al 51 tu?» Consorte lo tranquillizza: «Con le banche più...» E il segretario: «Ah sì, questa somma qui, fa il 51 certo». In realtà non si capisce a quale somma Fassino faccia riferimento. Probabilmente il segretario Ds ha preso nota dei numeri snocciolati alla rinfusa da Consorte e, ad occhio, ha abbozzato una somma. Ma la sua frase appare tutt'altro che convincente dato che è lo stesso Consorte a proseguire il discorso: «Quelle aziende ci hanno rilasciato un diritto a comprare i loro titoli dietro nostra semplice richiesta se dall'Opa non dovessero arrivare azioni». Fassino: «Ho capito». Consorte: «Quindi noi come Unipol prendiamo comunque il 51». Fassino: «Ho capito». La lezione è finalmente finita. Certo, a leggere questi brogliacci, verrebbe voglia di interrogare il segretario della Quercia sui dettagli dell'operazione Unipol-Bnl chissà cosa racconterebbe? Eppure da lui, che per ben due anni ha rivestito la carica di ministro del Commercio Estero, era lecito aspettarsi una maggiore preparazione su operazioni così complesse. Certo, qualcuno, maliziosamente, fa anche notare che il segretario dei Ds era alla Farnesina quando si consumò lo scandalo di Telekom Serbia.

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