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Banca d'Italia, Draghi ora è governatore

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Un coro: è l'uomo giusto. Soddisfatti anche l'Abi, Montezemolo e i sindacalisti Pezzotta ed Epifani

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Al Governo sono bastate meno 30 ore per nominare il successore di Antonio Fazio. Mercoledì mattina, infatti, il capo dello Stato aveva firmato la legge di riforma del risparmio rendendo effettivo il nuovo criterio di nomina del numero uno di via Nazionale. Tre passaggi: parere del consiglio superiore della Banca (che si è riunito straordinariamente ieri mattina molto presto), proposta del Governo (che è arrivata ieri intorno alle 13 dopo il voto unanime del Consiglio dei Ministri), firma del decreto di nomina da parte del Capo dello Stato (ieri pomeriggio intorno alle 17.45). Da oggi, insomma, Mario Draghi è ufficialmente il nono governatore di via Nazionale. In realtà il neoeletto si insedierà solo a partire dal primo febbraio. È sembrato opportuno, infatti, far trascorre un certo tempo dalle dimissioni di Draghi da vicechairman della banca d'affari Goldman Sachs e il suo nuovo incarico. Fino ad allora la Banca resterà nelle mani del «reggente» Vincenzo Desario. Per il momento perciò, il nuovo governatore, dovrà accontentarsi del coro unanime di consensi che la sua nomina ha raccolto. Sugli scudi, ovviamente, Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Il presidente del Consiglio, in realtà, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma lo stato maggiore di Forza Italia è sceso in campo compatto. Dal vicecoordinatore nazionale Fabrizio Cicchitto al presidente degli europarlamentari azzurri Antonio Tajani, fino al capogruppo al Senato Renato Schifani. Soddisfatto anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ha sottolineato come, sulla nomina di Draghi, il Cdm si sia espresso in maniere «istantanea» e «unanime». Tra gli alleati della Cdl, invece, si registra il commento positivo del segretario Udc Lorenzo Cesa che ha evidenziato come il governo abbia ascoltato anche le sollecitazioni espresse dal presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Da An si alzano le lodi del portavoce del partito Andrea Ronchi, di Maurizio Gasparri e del capogruppo al Senato Domenico Nania. Mentre per la Lega è stato il ministro della Riforme Roberto Calderoli a parlare. Sul fronte opposto ad «aprire le danze» è il leader dell'Unione Romano Prodi. Il Professore, che aveva più volte richiamato la necessità di una nomina bipartisan e di alto profilo, saluta soddisfatto il ritorno in Italia dell'«uomo delle privatizzazioni». Dietro di lui commenti positivi vengono espressi dal capogruppo della Margherita alla Camera Pierluigi Castagnetti e dal Verde Pecoraro Scanio. Anche per il coordinatore della segreteria Ds Vannino Chiti «La nomina a governatore di Draghi corrisponde alle necessità del nostro Paese». Ma la nomina di Draghi non raccoglie consensi solo in Italia. Anche la Commissione europea per bocca di uno dei suoi portavoce ha fatto sapere di essere soddisfatta. Mentre di scelta soddisfacente parlano l'Abi, i banchieri Giovanni Bazoli e Corrado Passera, i sindacalisti Savino Pezzotta e Guglielmo Epifani, e il presidente di Confindustria Montezemolo.

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