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L'Udeur: «Basta, non ci sono i numeri» Nell'opposizione è già resa dei conti

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I deputati sono chiamati a una discussione straordinaria accordata dal presidente Pier Ferdinando Casini su richiesta di 208 parlamentari. Il dibattito non dovrebbe portare comunque alla votazione di un atto di clemenza (l'ultimo risale a tredici anni fa), per il quale occorre la maggioranza dei due terzi, ma servirà a capire se ci sono i numeri per approvarlo prima della fine della legislatura, che il premier Silvio Berlusconi ha indicato nella fine di gennaio. Alla vigilia del dibattito lo stesso Casini ha invitato a «non farsi false illusioni», che potrebbero deludere i detenuti. Alleanza nazionale, per bocca di Maurizio Gasparri, ha ribadito la posizione di netta contrarietà al provvedimento svuota-carceri. «Non possiamo dare un segnale distorto e sbagliato di perdonismo generalizzato - ha detto l'esponente del partito di via della Scrofa -. Credo si debba dire no ad amnistia ed indulto. Alcuni fanno demagogia suscitando attenzione intorno a questo tema e ingannando persone - ha concluso Gasparri - che non devono essere ingannate». Pollice verso anche dalla Lega, che con il ministro del Welfare Roberto Maroni ribadisce: «Esprimeremo la nostra totale contrarietà ad ogni forma di amnistia». Secondo il Carroccio, infatti, «la risposta da dare è costruire nuove e più moderni carceri. Non si può pensare che chi ha commesso un reato, venga rimesso in libertà solo per ragioni logistiche. Qualsiasi colpo di spugna significherebbe far diminuire il livello di sicurezza per tutti i cittadini». Si dice pessimista anche il leader dell'Udeur Clemente Mastella secondo il quale «a un mese dalla fine della legislatura diventa inutile e pericoloso suscitare ancora aspettative e speranze che potrebbero essere disattese». «Con rammarico ma anche con realismo - aggiunge il numero uno del Campanile - occorre prendere atto che per l'amnistia non ci sono né i numeri né il tempo. Manca cioè una reale volontà politica per cui la riunione di domani (oggi, ndr) alla Camera rischia di trasformarsi in una sterile passerella mediatica, considerando che verosimilmente dovrebbero parteciparvi solo quei 208 deputati che hanno firmato la richiesta di convocazione straordinaria dell'Aula. Un numero - osserva Mastella - di gran lunga inferiore ai due terzi richiesto dalla legge». Da parte sua, Marco Pannella si scaglia contro il presidente della Camera accusandolo di «malizia» e «disonestà» per aver anticipato di un giorno la convocazione della seduta straordinaria di Montecitorio, «ostacolando» il lavoro dei deputati sulla amnistia. In una conferenza stampa convocata nella sede dei Radicali italiani, Pannella ha infatti parlato di «manifesto calcolo del presidente Casini», che cerca di trasformare la seduta di oggi in una «buffonata, per l'assenza dei deputati». Mentre Enrico Boselli, presidente dello Sdi, fa sapere che «la Rosa nel Pugno, con i suoi parlamentari esprimerà un forte impegno perché la seduta serva a imprimere un impulso importante alla concessione dell'amnistia prima delle elezioni politiche e non sia, come chi vorrebbe chi l'avversa, un rito inutile». Infatti, rimarca Boselli, «non è una questione di tempi, ma di volontà politica». E ricorda: «Quando Giovanni Paolo II invocò questo provvedimento di clemenza nel suo discorso nell'aula di Montecitorio, vi fu da parte dei deputati un applauso corale che esprimeva un appassionato assenso. Purtroppo non seguirono atti conseguenti». Rincara la dose il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, che auspica «uno scatto d'orgoglio del Parlamento» e sottolinea: «Chiediamo che questa legislatura, dopo tante leggi ad personam, si chiuda con un vero provvedimento di clemenza per i più deboli».

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