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Carceri e droga, via la recidiva dalla ex Cirielli

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Casini ha richiamato l'attenzione sul rischio di sottovalutare gli stupefacenti definiti leggeri

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«Non conta quello che dici - ha affermato don Gelmini - ma quello che fai, anche per i ministri». Ma rivolgendosi a Casini don Gelmini ha fatto un piccolo lapsus: «Saluto il presidente della Repubblica...» ha detto. Casini, seduto in prima fila, ha sorriso e mormorato qualche parola al ministro Carlo Giovanardi che gli era accanto. Poi, nel corso della cerimonia don Gelmini si è di nuovo rivolto a Casini indicandolo correttamente come presidente della Camera. Un concreto messaggio di speranza è realmente arrivato dalle parole di Carlo Giovanardi, ministro dei Rapporti col Parlamento con delega alle politiche antidroga: nel decreto legge già approvato in Consiglio dei ministri è stata tolta dalla ex Cirielli la recidiva che riguarda i tossicodipendenti. Al riguardo ha parlato delle polemiche fatte da chi ha sostenuto che le carceri sarebbero andate in crisi essendo i tossicodipendenti tra coloro che commettono più reati: «Abbiamo tolto la recidiva - ha detto Giovanardi - e questo è un punto fermo. Spero anche che gli altri tre punti dello stralcio approfonditi a Palermo e rielaborati insieme agli operatori del settore, possano diventare legge prima della fine della legislatura». Riguardo alle indicazioni emerse nella Conferenza di Palermo il ministro ha sottolineato che è stato recepito l'innalzamento da 4 a 6 anni del limite del reato che consente al tossicodipendente di rimanere in comunità anche quando la pena è passata in giudicato. «Abbiamo poi rielaborato il problema delle tabelle - ha spiegato Giovanardi - demandandole a un decreto ministeriale, mettendo insieme alla quantità altre indicazioni per distinguere lo spaccio dal consumo, e rielaborato una dipartimentalizzazione efficace e di sintesi del lavoro pubblico e privato per dare pari dignità a chi opera sul fronte della tossicodipendenza. Per rendere ancora più efficace - ha concluso il ministro - l'opera di prevenzione ma anche di recupero dei tossicodipendenti». Dal canto suo, Casini ha affermato: «È da irresponsabili minimizzare gli effetti delle cosiddette droghe leggere o di quelle che si prendono per essere all'altezza di un appuntamento, per superare un provino, ingenerando l'idea ingannevole che il loro consumo occasionale possa non essere dannoso. Così come è illusorio perseguire la strada delle minime quantità e della legalizzazione. L'unica strada realmente perseguibile e che può dare frutti più duraturi nella lotta alla droga è quella della prevenzione, del contrasto diretto al narcotraffico e del recupero». E poi «la cocaina dei quartieri alti va combattuta come la droga di tanti ragazzi disperati che sono qui oggi». Immediate le reazioni di parte radicale. Durissimo Pannella: «Casini non merita di essere confermato né di essere assecondato nelle sue ambizioni future». Il segretario Daniele Capezzone ha affermato che «le politiche proibizioniste lasciano il mercato nelle mani delle mafie (che ringraziano), e si limitano a colpevolizzare in modo ingiustificato i ragazzi consumatori». A margine dei lavori, un importante annuncio fatto dal prof. Francesco De Lorenzo, da anni al fianco di don Pierino Gelmini: entro la primavera del 2006 sarà aperto a Mulino Silla un centro di eccellenza per l'assistenza odontoiatrica a tossicodipendenti e portatori di handicap, gestito dalla Fondazione San Raffaele-Incontro, presieduta dall'ex ministro della Sanità. Fondamentale il finanziamento per le attrezzature da parte della Fondazione Vodaphone, l'apporto medico-scientifico dell'ospedale San Raffaele e del prof. Giovanni Dolci, dell'Università La Sapienza.

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