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L'Authority apre un'inchiesta sull'incompatibilità di Meocci

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Il consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha deciso infatti all'unanimità di avviare un procedimento nei confronti della Rai e di Alfredo Meocci per accertare la possibile incompatibilità del direttore generale, ex componente della stessa Authority, con l'attuale incarico. «Niente di anomalo: l'Autorità segue la normale prassi», è il commento a caldo dell'interessato, che ieri nel consueto brindisi di Natale con la stampa (alla presenza di Petruccioli e dei consiglieri Curzi, Malgieri, Rognoni e Rizzo Nervo) è apparso nervoso, ma anche fatalista. La procedura però potrebbe durare anche tre mesi. In linea con il parere del Consiglio di Stato, l'organismo di garanzia dovrà stabilire se Meocci, dopo il suo incarico a via delle Muratte tra il 1998 e il 2005, è incompatibile con il ruolo di dg di Viale Mazzini. A questo punto si apre una procedura piuttosto lunga. I dipartimenti competenti dell'Authority - Vigilanza e Controllo e Garanzie e Contenzioso - acquisiranno tutti gli atti e i documenti che hanno portato, il 5 agosto, alla nomina di Meocci, compreso il contratto da dg. Se sussistono i presupposti, si passerà alla contestazione formale, all'azienda e al direttore generale. Tutta la documentazione approderà infine sul tavolo del consiglio, che in base alle risultanze istruttorie deciderà con un voto finale. La pronuncia definitiva potrebbe arrivare a ridosso delle elezioni politiche. Ma non è finita: in caso di accertata incompatibilità, la Rai rischia una multa compresa tra 150 mila e 100 milioni di euro; per l'interessato la sanzione oscillerebbe tra i 25 e i 250 mila euro. A sollecitare per primo un chiarimento sulla questione è stato - d'accordo con lo stesso Meocci, è il presidente della Rai Claudio Petruccioli. «Il mio punto di vista lo spiegai in quella lettera - ha ricordato ieri Petruccioli - e ora aspettiamo la decisione dell' Autorità». Improntato alla serenità anche il commento di Meocci: «All'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ci sono stato e so che opera in questo modo, quindi è stata solo seguita la normale prassi e non c'è niente di anomalo in questo. Ora saranno fatte le verifiche, poi si esprimeranno. Ma si sapeva ed era giusto che fosse così». Se Meocci verrà dichiarato incompatibile, per la Rai si aprirà una fase molto complessa, però, anche perché potrebbero venir considerate nulle tutte le decisioni prese nel corso della permanenza di Meocci a viale Mazzini. E poi: chi lo sostituirà? Già circolano i soliti nomi di Agostino Saccà, Giancarlo Leone e Alessio Gorla, ma non è detta ancora l'ultima parola. Giu.Cer.

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