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I giudici vogliono ricostruire la storia di Bpl dal '96

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Così nel pomeriggio, Francesco Greco e i pm Giulia Perrotti ed Eugenio Fusco, sono andati nel carcere di San Vittore e per ore hanno messo sotto torchio Boni. Tra le domande anche quelle sul sistema di spartizione delle plusvalenze, sulla marea di conti esteri scoperti dagli inquirenti, su operazioni finanziarie spregiudicate. E ancora, si presume, sui politici nominati dal supertestimone Donato Patrini nel corso di due deposizioni rese alla Procura di Milano, come il ministro leghista Roberto Calderoli, il sottosegretario Aldo Brancher (FI) e dell'esponente di Forza Italia Paolo Romani. Ma entro la fine della settimana i pm dovrebbero ancora interrogare Conti e Fiorani. Il turno dell'ex ad di Bpi, già interrogato sabato e per dieci ore domenica, probabilmente sarà venerdì prossimo. Quanto messo a verbale non basterebbe, le sue dichiarazioni, come le promesse di restituire soldi e ville, non convincono gli investigatori. E mentre ieri si rincorrevano voci, poi smentite da fonti della Procura, di qualche «signora eccellente» e vari politici iscritti nel registro degli indagati, sono trapelate altre indiscrezioni sulle dimissioni da Bankitalia di Antonio Fazio: determinanti, non solo i timori di un'interdizione ma anche gli interrogatori resi da Fiorani sabato e domenica scorsa di cui, forse, avrebbe saputo parte del contenuto. Intanto ieri alcuni finanzieri si sono recati in Svizzera per esaminare le carte sequestrate mercoledì scorso. Si stanno incrociando le dichiarazioni rese dai principali indagati nell'inchiesta con i documenti raccolti. E poichè le intenzioni sarebbero quelle di ricostruire tutte le operazioni e le scalate di ex Popolare Lodi, di Fiorani & C, a partire dal '96, non è escluso che venga analizzato il ruolo di supporto a Gnutti e il gruppo dei bresciani nella scalata alla Olivetti.

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