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Castelli non ricorre

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Nel conflitto sollevato dal Capo dello Stato Azeglio Ciampi sul potere di grazia e sull'atto di clemenza non sottoscritto dal Guardasigilli per Ovidio Bompressi, il ministro ha deciso di non intervenire. A pochi giorni dall'ennesimo «no» alla grazia ad Adriano Sofri (l'altro ex di Lotta Continua condannato a 22 anni per l'omicidio del commissario Carlabresi), Castelli fa sapere che, «in accordo» con il premier Berlusconi, non depositerà alcuna memoria difensiva presso la cancelleria della Corte. E questo perché - sostiene in una nota diffusa l'ultimo giorno utile per costituirsi in giudizio - «ho sempre inteso l'iniziativa del Presidente della Repubblica, non come uno scontro tra istituzioni, bensì legato alla volontà di chiarire una volta per tutte la questione». L'intento è dichiarato: disinnescare quello che sino ad ora è stato letto come un «braccio di ferro» con il Quirinale. Un intento non solo di Via Arenula: «Anche da parte del Governo - afferma Castelli - non vi è alcuna volontà di scontro o di far prevalere questa o quella tesi», vale a dire se il potere di grazia debba intendersi come «duale» oppure solo di esclusiva prerogativa del Capo dello Stato.

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