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Il ministro lavora alla riforma di Bankitalia

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Il Governo preme per un accordo bipartisan

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Caduti nel nulla gli appelli e le pressioni per dimissioni spontanee intensificatisi negli ultimi giorni da parte di esponenti del Governo, della maggioranza e dell'opposizione; considerata inesistente — da fonti interne all'istituto — l'ipotesi riaffiorata sulla stampa di un'autosospensione (istituto peraltro non previsto dallo Statuto) e giudicata molto improbabile — dalle stesse fonti — una revoca secondo la procedura straordinaria del consiglio superiore, Tremonti punterebbe su un mandato rinnovabile di cinque anni, affidando i poteri di nomina e revoca direttamente al Governo, con il parere di Parlamento e opposizione. Un provvedimento che, indipendentemente dal veicolo prescelto (decreto-legge o emendamento al ddl risparmio) dovrebbe trovare consensi nel consiglio dei ministri e quindi in Parlamento. A Palazzo Chigi, in realtà, si spera che finalmente Fazio, indagato per «insider trading», si convinca a raccogliere i ripetuti inviti a farsi da parte e si dimetta. Ma la strada maestra è quella del provvedimento che uscirà dal consiglio dei ministri di domani. Se l'opposizione darà il suo via libera, il provvedimento potrebbe davvero essere approvato entro l'anno dalla Camera, senza ricorrere al voto di fiducia. La proposta di un'intesa bipartisan da realizzare sulla legge sul risparmio, lanciata dal presidente della Camera Pierferdinando Casini, ha subito trovato una sponda nel leader dell'Unione Romano Prodi: «Se la proposta sarà saggia, perchè no?» ha ripetuto a chi gli chiedeva se l'opposizione darà una mano al governo. I Ds hanno mostrato qualche perplessità: si teme, al Botteghino, che il centrodestra voglia «annacquare» le regole sul falso in bilancio fissate nella legge in discussione a Montecitorio. In più c'è qualche diffidenza sul nuovo meccanismo di nomina del governatore che potrebbe uscire dalle aule parlamentari: affidare la nomina al governo vorrebbe dire dare al premier Berlusconi il potere di scegliere il nuovo governatore. Ma il capogruppo alla Camera Luciano Violante non chiude la porta: l'atteggiamento da tenere al momento del voto «dipende dal testo che sarà presentato». Intanto il passaggio delicato a cui è atteso Tremonti non è però tanto la riforma dei meccanismi di nomina e mandato, che riguarderebbero i prossimi Governatori, quanto la costruzione di un meccanismo giuridicamente blindato in grado di imporre le conseguenze delle nuove norme anche a Fazio. Operazione difficile, tenendo conto che la Banca centrale europea non si è volutamente mai espressa con assoluta chiarezza sulle norme transitorie che la riforma dovrebbe prevedere per il Governatore in carica. Il famoso richiamo alla «compatibilita» con l'articolo 14.2 dei Trattati, che fissa in almeno cinque anni la durata della carica di un Governatore, contenuto nel parere della Bce del maggio 2004, non indica la data di inizio del calcolo, e quindi non stabilisce se il periodo già trascorso a palazzo Koch vada o meno conteggiato. La varietà di posizioni esistente all'interno del consiglio direttivo della Banca centrale europea lascia quindi margini di incertezza sull'eventuale volontà italiana di considerare già scaduto il mandato di Fazio sulla base delle nuove norme. Un passaggio delicato che il Governo deve risolvere prima del varo del provvedimento nel consiglio dei ministri di domani per evitare eventuali ricorsi alla Corte di giustizia a cui Fazio potrebbe appellarsi.

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