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FIN DALL'INIZIO di questa vicenda bancaria quei due pesi e quelle due misure, evidenti a chiunque meno ...

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E i fatti emersi, anche quelli che potrebbero emergere dalle inchieste giudiziarie in corso, non spostano di un centimetro questa polemica. C'è qualcosa che non funziona se gli stessi fatti compiuti da persone diverse sono in un caso «geniali, di alta scuola finanziaria» e in un altro «banditeschi». Poi ci possono anche essere comportamenti davvero da fuorilegge, compiuti dagli uni e non dagli altri, e le inchieste ce li stanno svelando. Non abbiamo mai voluto fare un santino di Gianpiero Fiorani, e nemmeno del Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, che per altro la sua buona fede e la retta coscienza sa difenderla benissimo da solo. A noi sta a cuore la verità dei fatti. E quella non la trovate facilmente in giro. Quasi mai sui più importanti quotidiani italiani, che alle spalle hanno avuto e hanno forti interessi in queste vicende. Talmente forti da deformare sensibilmente la realtà. Un esempio fresco fresco? Andiamo diretti a quello che sulla carta appare l'argomento più scivoloso per il Governatore della Banca d'Italia: la lista dei regali di Natale, compleanno e festività varie, che Fiorani avrebbe inviato alla famiglia Fazio. Un lungo elenco, che per altro ha come destinatari tutti i componenti del direttorio della Banca d'Italia e decine di alti funzionari. Da gran parte dei giornali abbiamo appreso che quelli erano regali di grandissimo valore, che ora la Bce processerà Fazio perché c'è un codice etico che vieta di ricevere doni superiori ai 100 euro di valore, e che per molto meno (una notte in albergo pagata dalla Dresdner Bank) il governatore della Bundesbank, Ernst Welteke, decise di rassegnare le dimissioni. Bene, ognuna di queste «verità» è in gran parte falsa. Primo: il regalo più costoso di quella lista vale qualche centinaio di euro, è legato a una ricorrenza familiare (i 18 anni della figlia del Governatore), ed è stato ricambiato con dono di analogo valore alla prima occasione (la comunione di un figlio di Fiorani). Secondo: non esiste un codice etico Bce, ma un codice di condotta che non prevede alcuna sanzione. Quel codice non indica nessun valore preciso sui regali che non possono essere accettati: basta che siano di «importo trascurabile» o «conformi alle usanze». Che regali vi scambiate fra conoscenti o amici (e questo non si può negare nel caso Fazio-Fiorani) in occasione di una prima comunione, un matrimonio o altra festa importante? Se un orologino o un braccialetto o una catenina d'oro sono «conformi» alle vostre usanze, il tema non esiste. Terzo: il governatore della Bundesbank, Ernst Welteke, si è dimesso, è vero, per le polemiche suscitate da quella notte in albergo pagata dalla Dresdner Bank. Ma il conto saldato era di 7.661 euro, e il Governatore ne aveva beneficiato insieme a moglie, figli e perfino fidanzati e amici dei figli. Non solo: al momento delle dimissioni la magistratura aveva indagato per concussione (reato assai grave) Welteke, e il comitato esecutivo della Bundesbank lo aveva sospeso dalle sue funzioni. Vogliamo rimanere in tema di regali? Valeva di più quella lista di doni di Fiorani, o la trasferta su aereo privato a Santiago di Compostela che a Fazio offrì il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, facendosi personalmente carico delle spese di quel pellegrinaggio comune? Fiorani è un bandito, e Fazio colpevole. Geronzi invece aveva l'aureola dei poteri forti, e Fazio allora ne fu protetto. Ma i fatti sono identici. E ancora una volta ci troviamo davanti a due pesi e due misure. Vogliamo andare indietro di qualche anno? Lo sapete che gran parte dei protagonisti delle malefatte attuali ebbero un ruolo di primo piano nell'operazione finanziaria del secolo, e cioé la scalata a Telecom Italia da parte di Roberto Colaninno & c? I suoi compagni di allora erano quei Fiorani, Gnutti, Ricucci e tanti altri che oggi fanno venire i brividi e storcere il naso. Allora no, erano incensati: tutti capitalisti moderni. Interessava a qualcuno l'origine dei

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