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Poli in ostaggio dei «piccoli»

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Con la nuova legge elettorale in dirittura di arrivo e con i dati dei sondaggi che accreditano sempre di più l'ipotesi di un testa a testa fra Cdl e Unione, i piccoli partiti rischiano di diventare determinanti in vista delle politiche 2006. Per questo, da una parte e dall'altra, è partita una vera e propria offensiva per cercare di conquistare più «minialleati» possibili. Il più desiderato, oggi è sicuramente il Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo che ieri ha aperto a Roma la sua sede nazionale. Dopo le comunali di Messina, infatti, Lombardo e il suo partito sono diventati per tutti «l'ago della bilancia». Il presidente della provincia di Catania lo sa e non cerca certo di nascondersi. «Io ho fatto perdere Messina alla Cdl? Piuttosto ho contribuito alla vittoria di Catania - dice al Tempo -. Vittoria che, se ricorda, contribuì e non poco a non far cadere il governo. Dopo la sconfitta delle regionali, infatti, Berlusconi era lì lì per essere sostituito invece...» Dietro quell'invece c'è un mondo. Un mondo nel quale è entrata prepotentemente la sconfitta di Messina. «Le cause della sconfitta - continua - la Cdl deve cercarle a casa propria. Noi ci siamo semplicemente limitati ad osservare che nessuno dei due candidati proponeva niente per un città in ginocchio dove la gente vive ancora nelle baracche costruite dopo il terremoto. Per questo abbiamo proposto un'alternativa al primo turno e poi, siccome tra il primo e il secondo turno non è cambiato niente, ci siamo tirati fuori dalla mischia». I dati sono davanti agli occhi di tutti. Tanto che sono in molti oggi a tentare Lombardo. Da Rutelli a Berlusconi tutti aspettano con ansia un segnale dal leader del Mpa che però non si sbilancia. «Non abbiamo chiuso accordi con nessuno questa sarà la settimana decisiva per vedere se è possibile chiudere un'intesa con il presidente del Consiglio, ma ci aspettiamo che le nostre proposte siano accettate e inserite nel maxiemendamento alla Finanziaria». Le proposte sono note: dalla fiscalità di vantaggio per il sud ad un impegno sulle infrastrutture («crediamo nel Ponte e non vogliamo rinunciarvi») il tutto inserito in un progetto che «vuole dare una vera unità all'Italia». Ciò nonostante Lombardo lo ripete fino alla nausea: ogni possibile alleanza verrà decisa solo dal Congresso di Bari del prossimo fine settimana. Niente spazio quindi a ipotesi fantapolitiche. Anche se qualcuno dei suoi ammette che «con l'Udeur di Mastella l'accordo è quasi chiuso». Lui ovviamente smentisce, ma la notizia appare più che fondata visto anche l'ultimatum lanciato dai centristi a Prodi. Se il Professore non garantirà la presenza dell'Udeur alla Camera, il Campanile è pronto ad andare da solo anche se ogni decisione verrà presa dopo il congresso straordinario del 27 gennaio. Su questa strada Lombardo potrebbe rivelarsi un compagno di viaggio essenziale. Tra gli altri «piccoli» anche la Dc di Rotondi guarda con interesse ai passi del Mpa. A parte la presenza di Paolo Cirino Pomicino all'inaugurazione della sede romana del Mpa («qui sei a casa» gli hanno detto accogliendolo) ieri Rotondi ha ribadito che parteciperà al congresso di Bari e proporrà a Lombardo la nascita di «una lista di democristiani, socialisti, liberali e autonomisti dentro la Cdl». Una cosa è certa, al di là delle alchimie politiche. I due poli guardano con un certo interesse ai «piccoli». Loro, i nuovi «oggetti del desiderio» della politica italiana, fanno i distaccati, rimandano le decisioni a congressi più o meno straordinari, ma intanto hanno già messo sul tavolo le loro richieste. Chi li vuole si dia da fare.

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