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Curzi ai Ds: colpevole silenzio sull'informazione

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Curzi rileva che «non è stata nemmeno data la parola a un rappresentante dei giornalisti, impegnati in una lunga e difficile trattativa sul contratto di categoria. I lavori di Firenze, che ho voluto seguire personalmente, sono stati ricchi di analisi anche particolareggiate del caso italiano e di proposte di via d'uscita, mostrando una molteplicità di punti di vista e di proiezioni strategiche. Ma su tutto ha dominato un silenzio assordante proprio su una questione strategica di ogni moderna democrazia ed economia». Il consigliere Rai aggiunge che, «in particolare in Italia, la questione è da tempo all'ordine del giorno della politica, dei settori industriali e finanziari più ricchi e dinamici (mercato pubblicitario, Tv, digitale, calcio, telefonini, internet) e di quanti si battono contro l'omologazione e per la libertà d'informazione e la tutela degli interessi collettivi e di livelli minimi di correttezza e di qualità nel sistema comunicazionale, la decisione dei protagonisti della conferenza programmatica diessina di parlare dei problemi del nostro Paese e del suo futuro come se tutto ciò non esistesse è incomprensibile - conclude Curzi - se non individuando un pericoloso stato di imbarazzo e di incertezza a fronte delle indebite pressioni anche pubbliche attuate su alcuni leader della coalizione data per vincente alle prossime elezioni da parte dei più importanti editori e finanzieri, interessati in particolare allo sbaraccamento e all'impossessamento dei pezzi pregiati del servizio pubblico televisivo».

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