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Tutti contro l'Europa: critiche ingiuste

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Da Berlusconi a Prodi sale l'insofferenza verso gli attacchi all'Italia

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Il primo a lamentarsi è Silvio Berlusconi, ieri a Messina per chiudere la campagna elettorale della Cdl prima del voto per le comunali, con una breve battuta: «Le critiche avanzate dall'Economist hanno radici nella sinistra italiana». Anche il ministro delle attività produttive, Claudio Scajola, respinge le conclusioni su un'Italia in declino. «Quello è uno dei tanti giornali che girano, non ha tanta simpatia per l'Italia e su di noi prende sovente molti svarioni. Per noi parlano i dati: l'Italia ha imboccato un percorso di ripresa, da tre trimestri, sul piano delle esportazioni, in aumento del 10% rispetto all'anno scorso, e sul piano del pil, in lieve miglioramento malgrado una congiuntura difficile». Secco il commento del vicepremier Gianfranco Fini, anche lui ieri a Messina per la chiusura della campagna elettorale: «Sono abituato a stare con i piedi per terra e a lavorare giorno per giorno. Non mi inorgoglisco quando vengo elogiato e non mi deprimo quando vengo criticato», mentre il ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione preferisce la strada dell'ironia: «L'Economist non perde mai l'occasione per ricordare ai sudditi di sua maestà quanto siano felici di non essere nati sul continente dove ci sono gli italiani spendaccioni e inaffidabili, i francesi che mangiano le rane e i tedeschi sempre sospetti di nazionalsocialismo. È una cosa che in Europa sanno tutti tranne una parte della stampa italiana che prende questi giudizi come se fossero calati dal cielo». Ma gli attacchi dell'Europa e in particolare del settimanale inglese hanno fatto perdere le staffe anche a Romano Prodi. Probabilmente perché The Economist non ha risparmiato dalle critiche neppure un futuro ipotetico governo di centrosinistra. «Sono davvero dei bei tipi — è stato il commento — Criticano l'attuale Governo e poi immaginano che quello futuro sia anche anch'esso meno cattivo, ma piuttosto cattivo. Che aspettino, no? Ma è ormai un'abitudine alla quale ho fatto il callo. Ho già visto queste critiche che hanno fatto alle istituzioni europee con tanta insistenza e pervicacia. Credo però che questo ci debba stimolare a smentirli coi fatti». «Non sono per nulla irritato per questo servizio, né offeso — ha concluso Prodi — Semplicemente dico che saranno smentiti dai fatti». Pa. Zap.

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