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«Forza Italia è l'erede ideale dell'opera di don Sturzo»

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Lo stesso giorno, il 23 novembre, in cui 87 anni fa Don Sturzo scrisse l'appello «agli uomini liberi e forti» proprio nelle stesse stanze che oggi ospitano la sede di Forza Italia, è stato scelto da Berlusconi per inaugurare una targa commemorativa in onore di Don Sturzo. Il premier ha ripercorso «l'affascinante avventura umana» di «quegli uomini coraggiosi» che diedero vita al Partito Popolare Italiano e di cui gli azzurri di Forza Italia si sentono, scandisce il premier, «i continuatori ideali». Sulla targa posta all'entrata della sede di Forza Italia c'è la scritta: «In questo palazzo, il 23 novembre 1918, don Luigi Sturzo dava vita, insieme a un gruppo di coraggiosi amici, al Partito popolare italiano. Noi ci sentiamo continuatori di quell'affascinante avventura umana che, come i primi popolari italiani, lavoriamo per un'Italia democratica, libera e solidale». Sotto, incisa, c'è la firma di Silvio Berlusconi con la data odierna. Dal richiamo alla tutela della proprietà privata (Don Sturzo, scherza il Cavaliere, parlava di «tutti proprietari», non di «tutti proletari»), alla difesa dell'autonomia della politica rispetto alla Chiesa e delle libertà individuali intese come stelle polari dell'azione di governo, Berlusconi ribadisce l'attualità del pensiero dello statista popolare sottolineando l'impegno nella lotta per la libertà contro i totalitarismi e nella costruzione di uno Stato «al servizio dei cittadini». Il premier ha citato il padre fondatore del Partito Popolare italiano come paladino dell'autonomia della politica rispetto alla chiesa. «Don Sturzo - ha scandito Berlusconi nel suo intervento - credeva nell'autonoma responsabilità della politica rispetto alla Chiesa. Il suo - ha aggiunto il premier riferendosi al Partito Popolare Italiano - fu un partito tra cattolici, non dei cattolici». Il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, che ha aperto la cerimonia, ha sottolineato che «anche oggi il problema non è dichiararsi laici o cattolici, o peggio rinverdire antistoriche divisioni, ma credere fermamente in un ideale, avere fede nel metodo della libertà, nel dialogo autentico, nel rispetto e nella comprensione delle ragioni degli altri». Bondi ha deto che l'iniziativa è nata «grazie all'interessamento del professor Antonio Greco, che fra le carte del suo archivio personale ha trovato la copia originale di una vecchia agenda del 1921, dell'allora giovanissimo Partito popolare italiano. In quelle carte abbiamo avuto la conferma che in Via dell'Umiltà 36, in questo Palazzo, allora sede dell'Unione Romana, si sono tenute le prime riunioni costituenti del Partito popolare italiano» «Questa targa -ha concluso Bondi- segna la continuità fra la storia del Partito popolare di don Sturzo e la sua scelta storica di dare vita ad un movimento politico che ha messo al centro della sua politica la libertà e la tutela della dignità della persona umana in tutte le sue forme, in cui si riconoscono laici e credenti». L.D.P.

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