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Il caro petrolio fa paura e la Bce alza i tassi

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Lo spettro dell'inflazione aleggia sull'Europa. Trichet ha annunciato l'aumento del costo del denaro

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L'aumento dei prezzi, determinato soprattutto dalla volata dei prodotti energetici, è l'incubo del presidente della Banca centrale Jean Claude Trichet che ieri ha confermato l'imminente rialzo dei tassi d'interesse. Ha escluso, però, che il prossimo aumento sarà seguito da una spirale a rialzo. Almeno nel breve periodo. La decisione sarà presa al prossimo consiglio dell'Eurotower in programma il primo dicembre. Si parla di un rialzo dello 0,25%, che porterebbe il costo del denaro al 2,25%. Francoforte è preoccupata anche per l'eccessivo deficit di alcuni Paesi, anche se, assicurano la Bce, la crescita dell'Eurozona è in graduale rafforzamento. «Dopo due anni e mezzo di mantenimento di tassi d'interesse a livelli storicamente ed eccezionalmente bassi - ha spiegato Trichet - ritengo che il Consiglio della Bce sia pronto a prendere la decisione di muovere i tassi d'interesse, moderatamente». L'euro è andato in altalena è volato in un primo tempo sui massimi di seduta a 1,1839 dollari per poi invertire rotta e precipitare fino a un minimo di 1,1720 dollari. Intanto l'oro ha ripreso a correre proseguendo la serie di rialzi messi in fila la scorsa settimana, e ha raggiunto i 490,50 dollari, il massimo degli ultimi 18 anni. Agli eurodeputati, che lo hanno messo più volte nel mirino quasi rimproverandogli di voler strozzare un'economia di Eurolandia ancora fragile, il presidente dell'Eurotower ieri ha fornito tuttavia alcune spiegazioni in più rispetto a quelle contenute nelle poche essenziali frasi pronunciate tre giorni fa: ponendo l'accento, prima di tutto, sul fatto che un rialzo dei tassi non penalizzerà, ma al contrario fornirà un contributo alla ripresa economica e alla creazione di posti di lavoro. Facendo tirare il fiato ai mercati, Trichet ha spiegato infatti che la stretta monetaria di dicembre non va interpretata necessariamente come l'inizio di una serie di rialzi che potrebbe portare il costo del denaro a livelli penalizzanti la ripresa. «Non credo che ex ante si possa prevedere una sequenza di rialzo dei tassi di interesse», ha precisato, sottolineando che la Bce agirà con «calma e lucidità per garantire la stabilità dei prezzi». I banchieri centrali non si faranno quindi prendere la mano, è sembrato voler dire Trichet, che ha rimarcato come la politica monetaria «resterà comunque accomodante», anche se «un pò meno accomodante di adesso». Incalzato dalle domande dei parlamentari europei, il numero uno dell'Eurotower ha inoltre precisato, per edulcorare la pillola del rialzo dei tassi, che «prevenire l'inflazione è meglio che curarla»: meglio un piccolo aumento oggi, quindi, che una stretta più consistente domani, quando sarebbe più dolorosa e, probabilmente, anche meno efficace. Se il costo della vita scappa di mano, è infatti la sua tesi, «è perchè la prevenzione non ha funzionato. Ma a questo punto è troppo tardi». Per cercare di tirare acqua al suo mulino, poi, Trichet si è rifatto alla mitica Bundesbank, ricordando che neppure la banca centrale tedesca, negli ultimi 50 anni, aveva tenuto il costo del denaro a un livello così basso come la Bce negli ultimi due anni e mezzo. Ma non è tutto. Per rintuzzare gli attacchi degli irriducibili, che ieri a Bruxelles continuavano a disegnare scenari cupi per i cittadini che hanno mutui da pagare e per gli stati che devono pagare gli interessi sul debito pubblico, Trichet ha sciorinato il suo vecchio mantra dell'importanza della stabilità dei prezzi nel medio-lungo termine, pre-condizione della crescita economica e della creazione di posti di lavoro. «Se la Bce perde la sua credibilità nella capacità di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio e lungo termine, i tassi di mercato si alzeranno», ha dichiarato il banchiere francese, spiegando che questo si rifletterebbe negativamente sulla crescita. «Se invece prendiamo le giuste decisioni», ha proseguito, «preserveremo un ambiente di mercato favorevole alla crescita, cioè tassi bassi nel medio-lungo termine». A chi gli ha chiesto, infine, perchè si è deciso

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