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An e Forza Italia chiedono verifiche, l'Udc è perplessa, l'opposizione contraria

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Lui, l'ex direttore generale della Rai che della privatizzazione aveva fatto il suo cavallo di battaglia e che poi aveva dovuto abbandonare a metà il lavoro. Ora Flavio Cattaneo, ad di Terna Spa presente sulle prime pagine dei tabloid anche per questioni di cuore, rilancia il tema della privatizzazione del servizio pubblico, «unica via di uscita per l'azienda». E mentre da parte del centrosinistra si stoppa in blocco il progetto, evocando un ritorno alla Rai «tutta servizio pubblico», nel centrodestra la discussione è aperta dopo l'allarme conti di Meocci. «Sono sempre stato favorevole alla privatizzazione della Rai. Molti invece erano contrari», dice Flavio Cattaneo. «Il fatto è che - continua l'ex direttore generale - o la Rai si trasforma in ente, tornando indietro, oppure va avanti. In mezzo al guado dov'è adesso si imbarca solo acqua. Il mercato è l'unica via. La presenza degli azionisti privati sarebbe un contraltare alla politica. Io ho fatto tutto quello che dovevo fare. Chi mi ha bloccato? Una scelta dell'azionista di allora». Insomma, Cattaneo dà tutta la colpa a Siniscalco. E lo ritiene colpevole di aver lasciato la Rai così «in mezzo al guado». Adesso però, cambiato il ministro e la governance di viale Mazzini. Il problema torna pressante. Che cosa fare della Rai? privatizzarla o non privatizzarla? A sinistra sono contrari. Franco Giordano di Rifondazione sintetizza il pensiero dell'opposizione in materia: «L'azienda pubblica ha una missione diversa da quella commerciale. Deve avere come obiettivo la crescita culturale del paese, non pensare solo al mercato. Quindi siamo per l'abolizione della legge Gasparri e per un ritorno alla Rai pubblica cercando di far affluire nelle sue casse maggiori risorse pubblicitarie per pareggiare i conti». Il no netto alla privatizzazione dellla sinistra radicale, già cambia se pensiamo al progetto prodiano (superato) della vendita di una rete, ma si scontra totalmente con quanto sostenuto da An. «Dalla Vigilanza abbiamo assitito a tutti i passaggi fatti dalla Rai verso la quotazione in Borsa -sostiene Alessio Butti - si sono spesi soldi e si sono fatti passi importanti, bisognerà verificare le condizioni attuali. In Vigilanza ne parleremo a giorni». Convinto che biosognerebbe proseguire «sul cammino della Gasparri» è anche Giorgio Lainati di FI, che sottolinea come «la privatizzazione potrebbe ancora costituire la carta vincente per risanare i conti con una iniezione di capitali. Coniugando però questo percorso con un rilancio della raccolta pubblicitaria». Sempre dubbioso invece l'Udc, che non considera la privatizzazione l'unica soluzione. «Non servirà a risanare i conti - sostiene Rodolfo De Laurentis - bisognerà piuttosto rafforzare la Rai per farne un vero competitor. Se la privatizzazione rientra in un progetto strategico di rilancio, invece, non è da escludere».

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