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«L'addio di Fisichella? Un infantilismo»

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sono fiero di aver dato il mio contributo allo sviluppo dello straordinario progetto politico di An; e spero di continuare a darlo». Pietro Armani, co-fondatore del partito guidato da Gianfranco Fini, sente il bisogno di convocare una conferenza stampa a Montecitorio per dissociarsi dalla presunta «diaspora post-Fiuggi» che starebbe subendo Alleanza nazionale dopo l'addio di Publio Fiori prima e di Domenico Fisichella poi. Il Presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera ritiene infatti sbagliate le posizioni dei suoi colleghi. «Perchè - dice - hanno ritenuto di uscire da An senza umiltà e senza sapersi adeguare con intelligenza ai cambiamenti politici degli ultimi anni». Giudica tali comportamenti «infantilismi politici» da non drammatizzare. E fa notare come altri colleghi quali Gustavo Selva, Luigi Ramponi e Nino Caruso, non abbiano nessuna intenzione di lasciare il partito alla luce della sua recente evoluzione. Armani invita poi a non considerare An una configurazione cristallizzata, ma un progetto politico che «avrà modo di svilupparsi nella Costituente dei moderati riformisti. Il nuovo partito unitario è un percorso politico da fare non in contrapposizione con le nuove riforme costituzionali ed elettorali. Il tutto con l'obiettivo di dare più stabilità a chi governa». Poi un'ultima frecciata al transfuga Fisichella. «Non mi interessa parlarci dopo il suo abbandono. - dice - Sono stato suo collega alla Sapienza, ma ho imparato molto più da Renzo De Felice che da Fisichella, dal punto di vista politologico...». Del resto la politica vive di equilibri. «E io - sottolinea Armani - nonostante fossi candidato all'inizio di questa legislatura alla presidenza della commissione bilancio, ho accettato la commissione Ambiente per motivi di equilibrio. Nonostante questo mi vanto di essere stato relatore della Legge Obiettivo, un fiore all'occhiello».

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