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VIESPOLI

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«La politica non è né rock né lenta»

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È stato il commento del sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli, in merito alla trasmisssione di Adriano Celentano. Avvicinato a margine del forum europeo sui patti formativi locali organizzato a Benevento dall'Isfol, Viespoli ha risposto che «un Paese che si divide sulla base di una predicazione del giovedì sera non mi sembra un Paese all'altezza dei problemi che abbiamo. Mi rifiuto di partecipare a questa sorta di suddivisione tra chi è rock e chi è lento, anche perché a volte chi parla di queste cose appare confuso». «Non mi va — ha aggiunto il sottosegretario al Welfare — di stare in questo gioco mediatico perché la politica è una cosa un po' più seria e dovrebbe preoccuparsi di ben altro e non delle trasmissioni televisive di Celentano. Chi lo fa dimostra che ha piena cultura del salotto televisivo e che non ha la cultura dell'impegno politico serio». «Detto questo — ha concluso Viespoli — preferisco che la divisione si determini tra chi è conservatore e chi è innovatore: mi pare che il dibattito dimostri che il fronte della conservazione, per non dire il fronte della restaurazione, è esattamente quello che va da Mastella a Bertinotti». Usa invece il tormentone «Rock e lento» il cantautore Franco Battiato, che giovedì sera è stato ospite della trasmissione Rockpolitik. «Adriano Celentano è un uomo sui generis — ha commentato — che non fa un tipo di tv omologata». «Fa piacere — ha spiegato l'artista a margine di un incontro a Milano con la stampa — vedere ogni tanto qualcosa di diverso. Trovo Celentano un uomo molto interessante. Una persona è quello che è e non quello che dice. Chi ha un'essenza ottima può anche dire cose sbagliate e viceversa». Battiato ha sostenuto di non reputarsi «rock» ma «lento, soprattutto nell'amore, dove il rock non va bene». E poi ha aggiunto di non essere particolarmente attratto dalla classificazione lanciata da Celentano: «Mi sottraggo alle classifiche in generale. Questi giochini sono una caratteristica tutta americana».

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