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Il presidente avverte: l'unità d'Italia va difesa

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Nell'anniversario del 4 novembre ricordati il valore della libertà e dell'indipendenza

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È il messaggio che il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi ha lanciato in occasione della celebrazione al Quirinale del 4 Novembre, anniversario della vittoria, giorno dell'Unità nazionale e festa delle Forze Armate. Ad ascoltare il Capo dello Stato, in prima fila, il presidente del Consiglio Berlusconi, il ministro della Difesa Antonio Martino, il sottosegretario Gianni Letta. Queste conquiste straordinarie - ha sottolineato Ciampi - vanno difese «come capacità di cooperare per il bene comune, come desiderio di provare, anche individualmente, la gioia di fare qualcosa per il bene dell'Italia, per il suo prestigio nel mondo, per il benessere della nostra comunità». Ciampi ha definito il 4 Novembre giorno «della memoria comune degli italiani». Ha detto che avverte un forte senso di patriottismo, destinato a crescere ancora ed ha salutato le Forze armate ringraziandole per l'alto senso del dovere con cui servono il Paese, facendosi «custodi delle nostre tradizioni di civiltà e dei nostri valori, da difendere se necessario anche con le armi». Durante la cerimonia il Capo dello Stato ha consegnato le decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia ai militari che si sono particolarmente distinti. Il presidente Ciampi raccoglie il più alto grado di fiducia da parte degli italiani. Da un sondaggio dell'Istituto Cattaneo per conto dell'associazione italiana di comunicazione pubblica e istituzionale presentata al Compa di Bologna, emerge che nel 2004, alla domanda su quale istituzione riscuoteva maggiore fiducia, il 30% dava la sua preferenza al presidente della Repubblica. Ora la percentuale è salita al 37%. Altra istituzione per la quale la fiducia cresce è il Parlamento, dal 10,7 al 16,6%. Cala, anche se di poco, la fiducia per il governo e per la pubblica amministrazione e, in maniera più consistente, per istituzioni locali come il Comune e la Regione. «Il presidente della Repubblica potrebbe essere visto come figura al di sopra delle parti a cui dare fiducia in un momento di forte contrapposizione politica», ha spiegato il ricercatore del Cattaneo Rinaldo Vignati. «Ma è anche vero - ha proseguito - che la preferenza accordata al presidente della Repubblica è fortemente associata alla collocazione politica dell'intervistato; infatti tra quanti si dichiarano di centro, di centrosinistra e di sinistra è indicato come istituzione meritevole di fiducia con percentuali comprese tra il 40 e il 44%, mentre tra gli intervistati di centrodestra e di destra la percentuale scende al 19,5%». Si domandava agli intervistati di esprimersi anche sulla qualità che un buon politico deve possedere: la preferita era l'onestà (62,2%), seguita dalla capacità di farsi capire (31,4%), dal desiderio di migliorare la società (27%) e dalla competenza tecnica (23,1%). Nel sondaggio di quest'anno la domanda è stata posta sotto forma di alternativa secca tra onestà personale e capacità di risolvere i problemi. I risultati confermano sostanzialmente l'esito dello scorso anno: è infatti il 63% a ritenere l'onestà personale come qualità prioritaria. La considerazione della capacità come qualità prioritaria di un politico cresce leggermente all'aumentare del titolo di studio e all'aumentare del livello di informazione. Ma è soprattutto la collocazione politica che fa registrare differenze significative: in questo caso, la capacità è la qualità prioritaria per il 58% degli intervistati collocati a destra, per il 50% degli intervistati di centrodestra e con percentuali di poco superiori al 30 per gli intervistati di centro, di centrosinistra e di sinistra.

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