Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Esenzione Ici per tutte le religioni

default_image

  • a
  • a
  • a

E prende il treno veloce della manovra finanziaria. La novità è una delle modifiche introdotte nel decreto fiscale collegato con la Finanziaria che è già stato approvato dalla commissione Finanze del Senato e che arriva all'aula di Palazzo Madama già dal 7 novembre. Ma non è questa l'unica novità introdotta. Nel decreto — che contiene anche le norme sul Tfr, la compartecipazione dei Comuni agli incassi per la lotta all'evasione e la riforma della riscossione — arriva anche una ulteriore stretta sulle plusvalenze azionarie di carattere speculativo e l'estensione a ragionieri e commercialisti della competenza per la compilazione e l'nvio dei Modelli 730. Ecco alcune norme contenute nel decreto che ora approda all'esame dell'aula del Senato. ESENZIONE ICI PER LE CHIESE — La norma interpretativa che estende l'esenzione Ici anche agli immobili non confessionali della chiesa era già stata introdotta recentemente in un decreto che però non è stato convertito in tempo. Ora viene riproposta nel provvedimento collegato con la Finanziaria, ma in una versione più estesa. L'esenzione — che riguarda anche gli immobili utilizzati per attività di istruzione (scuole), ricettività (pensioni, alberghi e conventi) e sportive — non vale solo per la chiesa cattolica ma anche per tutte le altre confessioni che hanno firmato con lo Stato un accordo concordatario. RENDITE SPECULATIVE — La stretta sulle esenzioni delle rendite finanziarie di carattere speculative, già prevista nel testo originale del decreto, è stata ulteriormente rafforzata. FINISCE MONOPOLIO SU 730 — Finisce il monopolio dei Caf, i centri di assistenza fiscale gestiti solitamente da sindacati e associazioni imprenditoriali, sulla compilazione e l'invio dei modelli 730. La competenza viene ora estesa anche ai commercialisti e ai ragionieri che fino ad oggi non potevano lavorare questi «modelli semplificati». LOTTA EVASIONE — Non è stata modificata la norma che prevede che ai Comuni vadano il 30% degli incassi effettivi della lotta all'evasione. Il decreto prevede poi norme per rimpinguare gli organici della Guardia di Finanza e dell' Agenzia delle Entrate, forze nuove finalizzate proprio alla realizzazione di un maggior numero di controlli.

Dai blog