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di LAURA DELLA PASQUA «LA questione vera è garantire un effettivo pluralismo culturale e politico.

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Maurizio Lupi, esponente di punta del mondo cattolico in Forza Italia, condanna l'episodio di Torino in cui alcuni cattolici sono stati coperti di insulti e urla da un gruppo di teppisti no global dei centri sociali. Lupi polemizza anche con un atteggiamento della sinistra che «ha trasformato Santoro, Celentano e tutti quelli che gli assomigliano in icone della libertà ma è pronta a scagliarsi contro chi non la pensa come loro». Celentano e i suoi attacchi fanno paura al centrodestra? «Noi non dobbiamo aver paura delle identità anche quelle più forti perchè sono una ricchezza per il Paese e per la gente. Il problema vero è che invece assistiamo a fenomeni di intolleranza molto gravi. Celentano mi è sempre piaciuto come cantante anche se parte da una visione della realtà che non condivido e ha raggiunto la sfrontatezza delle opinioni a cui tutti assistiamo in questi giorni. Il problema è garantire la libertà di espressione a tutti. Ma questo non sempre succede». Quando parla di intolleranza a cosa si riferisce? «Quando il Pontefice e il mondo cattolico intervengono su argomenti che coincidono con la mentalità dominante allora tutti sono d'accordo nel dire che fanno bene. Ma se affrontano problemi spinosi allora si grida all'ingerenza. Faccio un paio di esempi. Quando il Papa ha criticato la guerra in Iraq tutti lo applaudivano quando invece il mondo cattolico è intervenuto a difendere il valore della famiglia ecco che coloro che prima avevano applaudito si mettono a lanciare accuse di ingerenza. Allora dico che chi difende la libertà deve farlo fino in fondo anche quando si trova di fronte a posizioni che non condivide». Eppure basta che il presidente del Senato Marcello Pera decida di recarsi a Siena e il movimento universitario è subito pronto a contestarlo come ha fatto con il Cardinale Ruini. Che tolleranza è questa? «È vero, scatta subito la condanna, la polemica se chi parla non è allineato al pensiero dominante. Quando il presidente Pera al meeting di Cl a Rimini ha fatto appello all'identità dell'Occidente subito è stato bollato di oscurantismo. Ma vogliamo lasciare alla gente la possibilità di giudicare? Quanto ai media, in televisione non si dà spazio al positivo e il programma viene giudicato solo in base all'audience e non al contenuto. È anche vero che il centrodestra deve riflettere su come fare cultura e giornalismo». Sembra che la cultura sia appannaggio solo della sinistra. Il centrodestra non dovrebbe interrogarsi su questo punto? «Che Santoro diventi paladino della libertà con compensi elevati è molto facile. Detto questo però è assurdo trasformarlo in una icona della libertà di informazione. Su questo non sono assolutamente d'accordo».

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