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di EMILIO GIOVENTÙ A BOLOGNA Cofferati lancia la battaglia ai lavavetri e si scatena il putiferio.

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Le giunte di centrosinistra devono guardarsi da un nemico interno: la voce del dissenso più radicale della sinistra italiana che attacca le istituzioni senza distinzione tra quelle civili e religiose. «Quanto avvenuto sabato era contro le prossime Olimpiadi invernali e contro di me a causa degli sgomberi - spiega Chiamparino -. Ci accusano di essere succubi, anche se non ho capito bene di chi. Dietro alla Tav e ai giochi olimpici ci vedono le multinazionali dello stato imperialista». Sindaco, ma hanno preso di mira una chiesa, oltraggiandola con ingiurie e scritte offensive. Il parroco Salvatore Vitello parla di attacco alla religione cattolica… «Non credo che a Torino ci sia qualche particolare contrasto con la chiesa. La manifestazione era contro tutto e contro tutti, nessuno è stato risparmiato dagli insulti. Questa città è laica, ma non anticlericale, anzi è una città dove la cultura cattolica social è molto radicata». Quindi nulla a che vedere con i fischi a Siena contro Ruini e ai «calci» ai valori cattolici ai quali stiamo assistendo in questi ultimi mesi? «No, anche se i danni morali ci sono stati». Dopo Bologna tocca a Torino? La sinistra radicale è fuori controllo e fuori dalla legalità? «Non confonderei i gruppetti anarchici con la sinistra radicale che sta nelle assemblee elettive. A Torino sono due anni che facciamo le stesse cose che adesso Cofferati fa a Bologna, ma non se ne parla perché Rifondazione comunista non è nella maggioranza. Sabato non c'erano quelli di Bertinotti al corteo, ma le loro posizioni politiche sono altra cosa, sono diverse e legittime anche se io non le condivido». Lo dica, è la voce del dissenso che non guarda in faccia a nessuno. Lei promise di voler parlare con tutti… «Con quelli di sabato non c'è da parte mia volontà dialogo. Con altri voci di dissenso anche le frange più estreme, invece, ci parlo. Con i centri sociali, per esempio, il dialogo è certo, comunque nei confini di quella che chiamo la tolleranza degli intolleranti». Senta, l'assalto alla chiesa non può essere considerato un segnale di una violenta contestazione che cova sotto la cenere? «Penso proprio di riuscire a contenere la protesta. Ripeto, tra gli anarchici non c'erano esponenti della sinistra radicale. La mia strategia è chiara: nessuna possibilità di dialogo con i violenti, marginalizzazione e, quando necessario, contenimento e repressione». Intanto i no global e gli antagonisti hanno annunciato manifestazioni di disturbo giovedì quando scatterà l'esercitazione antiterrorismo… «Mi auguro che giovedì non accada nulla. Comunque, ancora non conosco bene le modalità di come avverrà questa esercitazione». Resta comunque la «minaccia». Andrete avanti per la vostra strada oppure l'amministrazione sceglierà una linea più morbida? «Noi rispondiamo sempre alle loro offensive. Interveniamo quando c'è da garantire la legalità sia se ci troviamo di fronte disobbedienti che anarchici». Dialogo sì, ma anche pugno di ferro? «Questo non vuol dire dare la caccia al dissenso. Ci sono aree autogestite, anche comunali, da centri sociali con i quali c'è una atteggiamento di tolleranza». Sindaco, intanto le scritte offensive sono ancora sul muro della chiesa del Carmine. «Le cancelleremo entro Natale».

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