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Unità e Europa contro Michele: ha tradito i suoi elettori

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La sinistra acclama Santoro che lascia Strasburgo per tornare in Tv da Celentano? Macché. Con un articolo in prima pagina firmato da Roberto Cotroneo e firmato da Giuseppe Vittori, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci bacchetta duramente quel «Michele chi?» che dopo essere stato eletto deputato pure con un grande consenso, visto che è arrivato secondo dopo D'Alema in Campania, ora se ne frega di tutti suoi elettori e attirato dalle sirene dello spettacolo, abbandona la poltrona europea per duettare con il Molleggiato in prima serata. «Caso Santoro: non abbiamo capito», è il titolo del pezzo di Cotroneo. Il quale fa un'analisi minuziosa per cercare di spiegare alla gente come mai un europutato diessino si dimetta per andare in Tv una sola sera. Più di 500 mila elettori non hanno votato Santoro «perché era senza lavoro». Lo hanno votato perché con tutta probabilità avevano fiducia nelle sue capacità di comunicatore e nella sua sensibilità politica applicata ai problemi dell'informazione. Beh, secondo Cotroneo, sarebbe stato meglio non confondere le idee agli elettori mettendo di mezzo alle sue dimissioni, come motivo scatenante, lo show di Celentano. E conclude speranzoso: «Santoro saprà togliersi di dosso l'accusa di essere uno che ha barattato un seggio europeo, per un'arringa da dieci milioni di telespettatori...». L'amarezza profonda dei Ds che si erano «spesi tanto per eleggerlo», viene espressa nell'articolo di Vittori, in cui si dà conto anche della protesta del segretario dei Ds della Campania: «Ha preso tantissimi voti - dice Gianfranco Nappi -. Merito suo, ma anche nostro perché ci siamo dati tantissimo da fare. Un po' mi spoace che lasci». Mentre sulla prima pagina del quotidiano della Margherita si torna ancora sul «vuoto a Strasburgo» si prende il giro Santoro: «Inoterà Bella ciao con il Molleggiato». Che Santoro abbaia preferito Rockpolitik alla carriera da europarlamentare sembra una tale assurdità a Europa che non riesce a farsene una ragione. E tenta di rassicurare i colleghi parlamentari affermando che «il suo posto verrà preso dal diellino Giovanni Procacci». Giu.Cer.

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