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Berlusconi: le primarie hanno dimostrato che sindacati e banche sono con la sinistra

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Usa toni pacati ma contenuti sferzanti il premier che ieri ha presieduto i lavori della costituente del partito unico della Cdl, a Palazzo Wedekind sede de Il Tempo. L'analisi di Berlusconi è chiara: le primarie del centrosinistra hanno dimostrato che Prodi può contare sull'appoggio dei sindacati, pronti a mobilitarsi e «in grado di portare in piazza un milione di persone», ma anche del mondo finanziario che con le banche, ad eccezione di Capitalia, è «tutto in mano alla sinistra». «Se alcuni amministratori delegati - dice - manager e banchieri vanno a votare mi sembra che il loro posizionamento politico sia chiaro». Per Berlusconi questo è qualcosa su cui gli italiani «dovranno riflettere», perchè se la sinistra ha «comuni, regioni, province, magistratura, banche non è molto rassicurante che il Paese sia in mano ad una sola parte politica che fa dell'esercizio del potere la sua finalità vera». A questo si aggiunge che «la sinistra dispone di una grande macchina di comunicazione a livello territoriale». Che può fare la Cdl? Berlusconi boccia le richieste sindacali sul Tfr (privilegiare i fondi negoziali rispetto a quelli gestiti dalle assicurazioni) volte a gestire «montagne di soldi ma non per il bene di tutti ma solo per favorire una parte politica». «Basta fare regali a chi poi fa opposizione» sostiene perentorio il premier. Boccia anche la proposta di Prodi di un election day in cui far confluire elezioni politiche e amministrative. Il presidente del Consiglio conferma infatti la data del 9 aprile per le politiche ed il mese di maggio per le amministrative. E se la sinistra si è mobilitata per eleggere il candidato premier, la Cdl «farà una consultazione di massa degli elettori ma non sulla leadership ma sul programma». «Sarebbe anche un modo per raccogliere fondi» ironizza. Questa tappa farà parte di un «percorso» da avviare subito con l'unificazione dei gruppi parlamentari e la firma della «Carta dei Valori», a novembre. Per il partito unico se ne riparlerà dopo le elezioni. I test hanno dimostrato che per il 2006 «i simboli dei singoli partiti devono essere sulla scheda per facilitare la scelta dei cittadini, soprattutto delle persone anziane». Berlusconi dice che la Cdl ha tutti i numeri per vincere la prossima sfida elettorale. A cominciare dall'esito degli ultimi sondaggi che danno la maggioranza sotto solo di «tre punti» rispetto al centrosinistra, un buon risultato «di per sè», dice il premier, per una coalizione che è al governo da oltre quattro anni. Comunque, un'ottima base di partenza per un recupero praticamente certo contro un avversario diviso e litigioso. Berlusconi indica anche la strategia da seguire in campagna elettorale: insistere su quello che il governo ha fatto, con alcune iniziative «epocali» (come il progetto per il ponte sullo Stretto), in un quadro economico che «non è proprio così negativo» come qualcuno vuol fare apparire; ma dire anche quello che non ha fatto, ovvero «non aver messo le mani nelle tasche degli italiani o aver trasformato Palazzo Chigi in una marchant bank per favorire alcuni gruppi di potere». Poi il premier demolisce la tesi della sinistra di un'Italia povera. La smentita viene dai dati della produzione industriale, da quello sul reddito reale degli italiani camuffato purtroppo dal sommerso e dalla piaga dell'evasione, che ci pone ai vertici. E se ci sono ancora sacche di povertà, Berlusconi addebita il problema anche alle «speculazioni» sull'euro, moneta sopravvalutata rispetto alla lira: una responsabilità che scarica tutta sui governi dell'Ulivo. «Con noi non sarebbe successo e se ora una piccola fetta di italiani ha il problema della quarta settimana, con un governo di centrosinistra lo avrebbe avuto dalla terza».

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