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Mille giorni vissuti da «rompiscatole»

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Sono i numeri di Marco Follini alla guida dei centristi della Cdl. Tre anni segnati dal braccio di ferro con Berlusconi e, alla fine, dalla rottura con Casini. Ecco le tappe principali. 2003, LUNGA ESTATE DELLA VERIFICA. Riforma delle pensioni, della Costituzione, della giustizia; conti pubblici e «cabina di regia» economica. Temi che creano fibrillazione nel governo e costringono la Cdl ad una lunga verifica. Il «subgoverno» di An e Udc è su un fronte, la Lega sull'altro. IL PATTO DI LORENZAGO E LE RIFORME. Nella stessa estate i saggi della Cdl si riuniscono a per mettere a punto una proposta di riforma istituzionale. L'Udc riesce a «imporre» molte modifiche. Follini dirà che grazie all'Udc la devolution è stata «annegata in un mare di buon senso». UDC CHIEDE UNA NUOVA SQUADRA DI GOVERNO. Il 24 ottobre del 2003 in un'intervista al Corriere della Sera Follini dice che a gennaio, superato il semestre Ue, «occorreranno nuova rotta politica, nuovo programma e nuova squadra di governo». 2004, PRESSING DI BERLUSCONI. Dopo il semestre europeo, riparte la verifica e il premier Berlusconi fa pressing su Follini perché entri nel governo. FOLLINI VICEPREMIER. Nel rimpasto del dicembre 2004 Mario Baccini diventa ministro della Funzione Pubblica e Follini è vicepremier. Un ruolo che ricoprirà solo per 4 mesi. LA CRISI E IL BERLUSCONI-BIS. L'Udc (insieme al Nuovo Psi) apre la crisi formale del governo Berlusconi nell'aprile 2005, ritirando i ministri dall'esecutivo, con una decisione della direzione (67 sì e il solo voto contrario di Giovanardi). Il 23 aprile nasce il Berlusconi-bis. Follini ne resta fuori, per «dedicarsi al partito». FOLLINI ACCLAMATO SEGRETARIO. Al secondo congresso, nel luglio 2005, Follini viene rieletto segretario tra gli applausi. BERLUSCONI NON È IL MIGLIOR CANDIDATÒ. Dopo mesi di gelo, il 22 settembre in un vertice sulla premiership della Cdl Berlusconi accetta di «cercare un metodo per individuare il miglior candidato possibile». Ma Follini lo gela pubblicamente, in conferenza stampa: «Berlusconi non è il miglior candidato».

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