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Bressa: «Pazzo chi pensava di vincere»

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Le nostre strategie? I nostri cinque emendamenti-mina? Non bombe, ma semplici frecce contro i carri armati della Cdl. Non c'è stata speranza fin dall'inizio. Infatti, vanno come treni, con circa 70 voti di differenza». Gianclaudio Bressa, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, vero «tecnico» della Margherita firmatario degli emendamenti presentati dal centrosinistra per intralciare il cammino della legge proporzionale, è quello che meno si meraviglia davanti alla sconfitta su tutta la linea di questo ostruzionismo dell'opposizione. E attacca chi nel suo partito e negli altri della coalizione si sono abbandonati a facili proclami di vittoria nei giorni scorsi, dichiarandosi «sicuri» di far andare sotto il governo attirando un folto gruppo di «franchi tiratori». Bressa, è stato un errore ostentare tanta sicurezza? «Ad ostentare sicurezza sono stati tutti quelli che volevano andare sui giornali. Tanti si sono lasciati andare a dichiarazioni in questo senso, come Fioroni. Ma non è un caso che Prodi, Fassino, Rutelli e Bertinotti siano stati più prudenti. I leader sapevano che la battaglia sarebbe stata difficilissima. Sì, speravano di trascinare più deputati dalla nostra parte e la manifestazione di domenica a Piazza del Popolo è stata fatta apposta per convincere la gente comunque e anche i parlamentari della maggioranza che questa legge così com'è è un disastro. Ma non ha funzionato». Mastella ha continuato a dire invece che la legge «non passava» sicuramente. «Infatti Mastella non l'ho nominato, lui ha altro in testa». Insomma, lei era sicuro che l'Unione avrebbe perso questa battaglia? «Ho seguito fin dall'inizio la materia. Ed ero sicuro che nella destra si sarebbero ricompattati. Dall'8 settembre, quando Donato Bruno ha chiesto la riapertura per presentare gli emendamenti, è stato chiaro che volevano arrivare a farla questa legge. Il premier e gli alleati si sono messi d'accordo. Hanno fatto concessioni alla Lega e messo a tacere Marco Follini. Poi essendosi così scoperti sull'obiettivo, si stanno giocando tutto per portarla a termine». Allora lei ammette che la Cdl si sia ricompattata e un centrodestra così combattivo può costituire una vera minaccia alle prossime elezioni? «Berlusconi, Casini e Fini si ricompattano sui temi fondamentali e sono la maggioranza. Non solo, ma quando ti trovi davanti ai voti segreti, cosa ci vuoi fare? Sulla minaccia per le prossime politiche invece ci andrei piano. Perché anche con il proporzionale noi avremo un margine di tutto rispetto. Basta guardare il risultato delle Regionali... Per alcuni dei loro partiti sarà ancora peggio». Lei è sicuro che l'Unione vincerà. Non crede che dopo questa battuta d'arresto vostra, Berlusconi e i suoi abbiano la possibilità di riconquistare quella parte d'elettorato che si stava allontanando? «Ma, sicuro di vincere veramente, lo sarò solamente il giorno dopo le elezioni. Ma il dato delle Regionali dice questo. Perché andare contro questa legge allora? Per principio, non perché abbiamo paura di perdere con il proporzionale. Ma siamo dell'idea che non si può far passare una legge così importante a colpi di maggioranza. E non condividiamo il modo in cui è concepita. C'è un margine di governabilità bassissimo. E nessuna garanzia». Giu.Cer.

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