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L'ex ad di Lodi risponde ai magistrati milanesi

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I giudici continuano a cercare prove contro il banchiere accusato di aggiotaggio e insider trading

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Il banchiere però non si è sottratto alle domande dei giudici, che lo hanno ascoltato per quasi 11 ore consecutive. Arrivato al quarto piano del palazzo di giustizia il banchiere "scortato" dai suoi difensori, gli avvocati Francesco Mocciarelli e Luisa Mazzola, si è presentato di prima mattina nell'ufficio del procuratore aggiunto Francesco Greco. Ufficio presidiato dai carabinieri incaricati di allontanare cronisti, cameraman e fotografi. L'interrogatorio, a differenza dei due precedenti, è durato fino a sera. Davanti ai pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti e al procuratore aggiunto Greco, Fiorani avrebbe risposto alle domande, non tanto sulla scalata ad Antonveneta ma a quelle sul suo patrimonio personale e su operazioni finanziarie riservate avvenute in Italia e all'estero, al centro di una serie di accertamenti in quanto, secondo gli inquirenti, avrebbero portato a realizzare milioni di euro di plusvalenze. Da quanto è trapelato si tratta di operazione di cui aveva parlato la scorsa primavera uno dei testimoni chiave dell'inchiesta milanese: Egidio Menclossi, vice direttore generale di Bpl Suisse fino al 2003. Ai magistrati Menclossi, che aveva sporto denuncia alla procura federale elvetica (si dichiarò poi incompetente), tra maggio e giugno scorsi aveva riempito pagine di verbali spiegando alcune operazioni a suo dire di insider trading che sarebbero state pilotate dall'ex Popolare di Lodi. Tra queste l'acquisizione del gruppo tedesco Kamps da parte di Barilla con il supporto di Bpl, i cui dirigenti «avevano - secondo l'ex vice direttore di Bpl Suisse - informazioni privilegiate. Tutti i beneficiari di informazioni riservate - aveva aggiunto - fanno parte di una ristretta cerchia». E poi ancora Fiorani a quanto si è appreso è stato sentito su altre operazioni citate da Menclossi, quelle sui titoli della Banca Popolare di Crema (Opa) e sul titolo autostrade. Accanto a ciò, è trapelato anche che a Fiorani sarebbe stato chiesto di chiarire un'altra operazione sospetta: l'acquisto di titoli della stessa Popolare Italiana, al di fuori della legge, che avrebbe permesso all'ex Ad, questa l'ipotesi da verificare, di realizzare altre plusvalenze. Intanto, ieri mattina, la difesa di Stefano Ricucci, come già annunciato, ha depositato nell'ufficio del gip Clementina Forleo una memoria di 17 pagine per opporsi alla proroga dell'interdizione agli incarichi sociali per l'immobiliarista. I legali di Ricucci, gli avvocati Corso Bovio e Grazia Volo, nel documento, hanno tra l'altro osservato che per ragioni di opportunità sarebbe meglio che lo stesso gip Forleo si astenesse dal decidere sulla nuova richiesta di sospensione dagli incarichi avanza dalla procura venerdì scorso in quanto la misura interdittiva datata 1 ottobre, per questioni formali, è stata dichiarata inefficace.

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