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Cinque esche per i franchi tiratori

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L'idea del leader della Margherita Francesco Rutelli è stata accettata dagli alleati e ieri i tecnici dell'opposizione (tra cui Bressa, Amici, Zaccaria, Sgobio, Falanga, Intini e Giordano) hanno lavorato duramente per mettere a punto gli emendamenti che i franchi tiratori della Cdl («ce ne bastano 30-35» dice Rutelli) non potranno fare a meno di votare. Li hanno studiati a tavolino tutto il giorno, riuniti nella saletta riunioni al secondo piano di Montecitorio, quegli emendamenti fatti a posta per «sgambettare» pesantemente l'iter della legge che la maggioranza intende invece portare a termine al più presto. Da stamattina infatti l'aula di Montecitorio sarà il campo di battaglia di un altro scontro senza quartiere tra la Cdl e l'Unione. Saranno ore al cardiopalma, nelle quali il centrodestra dovrà fin da subito confrontarsi con un'insidia sempre temibile per qualsiasi maggioranza parlamentare: quella dei voti segreti. Perchè, ancor prima di iniziare l'esame della legge elettorale, l'assemblea dovrà esprimersi, a voto segreto, sulle pregiudiziali presentate dall'opposizione: solo una volta superata questa roulette si potrà entrare nel vivo dell'esame di un testo fortemente osteggiato dal centrosinistra che spera nel «soccorso» dei franchi tiratori. Tra le tattiche dell'ostruzionismo c'è anche quella di far mancare il numero legale. Ma sono gli «emendamenti-bomba», l'arma impropria dell'Unione. In realtà sono 8 ma 4 riguardano solo la rappresentanza femminile e vedono tra i firmatari Rosi Bindi, Katia Belillo, Maura Cossutta, Franca Bimbi, Elettra Deiana e Barbara Pollastrini. Oltre ai quattro sulle «quote rosa», c'è quello sulle minoranze linguistiche, quello molto furbo del differimento dell'entrata in vigore della legge proporzionale al 2011 e la modifica del numero delle circoscrizioni elettorali da 28 a 35, per ellungare i tempi di attuazione. Un pacchetto di emendamenti che si concentrano su temi che una parte della Cdl, Udc in testa, ma anche alcuni dentro Forza Italia, potrrebbero votare senza problemi. A cominciare sicuramente da quelli (2 per il Senato e 2 per la Camera dei Deputati) sull'aumento della rappresentanza femminile in Parlamento che anche le donne della Cdl chiedono a gran voce da molto tempo, ma in termini diversi. Il primo chiede l'alternanza uomo-donna e donna-uomo nelle liste elettorali, in piena sintonia con le leggi depositate dall'entrata in vigore della riforma Costituzionale, quindi con un'alternanza del 50%. Il secondo propone una soglia inferiore minima: quella del 33% di presenza femminile, in sintonia con le più recenti direttive europee. L'emendamento all'articolo 1, riguardante invece le minoranze linguistiche offre la possibilità a queste ultime di potersi collegare, nel caso raggiungano un risultato elettorale di un certo rilievo, con le coalizioni nazionali e quindi coalizzarsi per pesare di più politicamente. Importante anche l'emendamento che farebbe scattare, nel caso passasse la legge proporzionale, l'entrata in vigore della stessa non nella sedicesima legislatura, quindi dopo le elezioni del 2006, ma nella legislatura successiva, nel 2011. Sono in molti a pensare all'interno dell'Unione che questo «escamotage» del differimento potrebbe piacere a molti nella Cdl e in particolare a quei 30 franchi tiratori che basterebbero all'opposizione per far saltare tutto. L'ultimo emendamento-mina è quello riguardante la modifica del numero delle circoscrizioni elettorali, con il passaggio da 28 a 35 circoscrizioni. Fatto che dovrebbe piacere assai soprattutto all'Udc. Ieri in ogni caso gli oltre cinquecento emendamenti su due soli articoli di legge presentati dal centrosinistra sono stati ridottin a 106. Il presidente della Camera ha deciso di arrivare a 106, applicando gli articoli 85 e 85 bis del regolamento della Camera, che consentono al presidente di accorpare in una sola votazione gli emendamenti a

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