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La tassa del tubo fa perdere al Tesoro 2 miliardi

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Nel 2006 il Governo conta di incassare 800 milioni ma finora ne ha bruciati oltre il doppio

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La tassa sul tubo, inserita nella Finanziaria 2006, che nelle intenzioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti dovrebbe fruttare un gettito pari a 800 milioni per il 2006 e 2007 e 900 milioni dal 2008, finora, nel giro di sei giorni ha fatto perdere al Tesoro quasi 2 miliardi. L'imposta ha incassato una bocciatura senza appello dalla Borsa che dal momento del varo della manovra economica ha penalizzato i titoli delle società interessate, Eni, Enel, Snam Rete Gas e Terna, con pesanti perdite. Per i piccoli azionisti la perdita è stata di circa 3,8 miliardi. Senza contare poi il pesante giudizio della comunità finanziaria internazionale. Il governo, nonostante la debacle borsistica e le minacce di ricorsi delle società interessate, è intenzionato a non mollare la presa. Semmai, si fa sapere, ci potrebbero essere dei piccoli aggiustamenti tramite emendamenti. Ma al gettito non si rinuncia. Eppure se l'andamento dei titoli continuerà a essere quello di questi giorni, le maggiori entrate portate dall'imposta, serviranno appena a leccare le ferite della stangata borsistica. Ricordiamo cosa prevede la Finanziaria. L'art.42 istituisce, a decorrere dal 1° gennaio 2006, un'addizionale erariale al canone e alla tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche dovuta dai proprietari delle condotte di grandi reti di trasmissione di energia. L'importo dell'adizionale sarà fissato da un decreto interministeriale che detrminerà anche le modalità di versamento. Ma vediamo cosa è successo da una settimana a oggi in Borsa. Il 29 settembre scorso, ovvero al momento del varo della Finanziaria, il valore di Eni era pari a 99 miliardi 613 milioni e ora è sceso a 91 miliardi 802 milioni con una perdita di capitalizzazione di 7 miliardi 810 milioni. Enel invece è passata da una capitalizzazione di 44 miliardi 456 milioni a 42,685 miliardi con una perdita di 1,771 miliardi. Consistente la perdita di Snam Rete Gas: da 9,651 miliardi a 9,219 miliardi (meno 431 milioni). Per Terna si è passati da un valore di 4,450 miliardi a 4,220 miliardi e la perdita è stata di 230 milioni. Complessivamente per le quattro società c'è stata una perdita di valore di 10,243 miliardi. Ma quale è stata la stangata per il Tesoro? Dalla flessione dell'Eni via XXSettembre ha perso 1,587 miliardi mentre dall'Enel 387 milioni. Insomma prima di incassare 800 milioni dalla tassa, ha perso già quasi 2 miliardi. Non solo. La flessione in Borsa potrebbe incrinare il rapporto di fiducia dei risparmiatori. Lo dice chiaro e tondo Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel e Terna. E aggiunge: «Credo che sia oggetto di una verifica. Perchè la combatto? Incide su due società che producono risultati regolati, fissati per legge» con un ritorno «che guarda caso corrisponde esattamente all'ammontare della tassa. Così zero risultato, niente più flussi di cassa e non sarà in grado di investire nel completamento della rete nazionale». Enel investirà nei prossimi quattro anni 13 miliardi di euro e chiede di «essere messa in condizione di spendere questi soldi senza timori».

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