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Devolution Ciampi mette i paletti

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«Ci sono segnali positivi soprattutto in provincia, sento la voglia di rilancio», ma occorre «mettere da parte gli egoismi e avere in mente solo il bene comune». Nonostante la preoccupazione costante, «continuo ad essere saldamente ottimista per il nostro futuro». Bloccare la crisi del turismo? È possibile, ma vanno fatte azioni immediate per invertire la curva discendente, anche a costo di calmierare i prezzi». E poi: la Costituzione si può cambiare «ma non a casaccio senza riguardo alle sue radici, che affondano nella lotta di liberazione dal nazifascismo». In piena Finanziaria, a una settimana dall'ultima lettura parlamentare della Devolution, e mentre i progetti di riforma della legge elettorale rimettono in discussione procedure costituzionali delicate, quale la designazione del premier, Carlo Azeglio Ciampi, alla Casa della Resistenza di Verbania, traccia una sorta di primo bilancio del suo Settennato, lancia le sue sfide e mette i paletti. Tutto si può fare, dice in sintesi il presidente della Repubblica, cambiare la Costituzione, rilanciare l'economia, migliorare l'immagine del paese, dare impulso al Turismo che costituisce una delle risorse più importanti, ma tutto secondo alcune regole fondamentali. Di cui lui è, naturalmente, per diritto, il depositario. Infatti, il capo dello Stato, dichiarandosi interprete vero dei sentimenti e delle convinzioni profonde degli italiani, rivendica una credibilità e un diritto di parola che rafforza i suoi poteri codificati. «Ho cercato di servire l'Istituzione che rappresento - dice, parlando del suo Settennato - nel rispetto della sua dignità, nella consapevolezza della responsabilità di esprimere, nell'interesse di tutti, l'unità della Nazione, come indica il magnifico testo della Costituzione». Una sorta di richiamo all'ordine il suo, quindi, o almeno a tenere conto dei suoi «paletti» nel governo del paese. Quando, ad esempio, si sofferma sulle «preoccupazioni», per la situazione economica e all'«onda crescente per l'incertezza sul futuro dei nostri figli», il capo dello Stato invita ad avere coraggio e fiducia, ma anche capacità di iniziativa, per mettere in campo «unità, volontà collettiva, concertazione». Insomma bisogna reagire subito, «in un tempo breve». «Perchè - aggiunge severo - noi italiani non possiamo dire sempre che siamo vittime solo della crisi economica mondiale, a volte siamo vittime soprattutto di noi stessi». E cita l'esempio del turismo, il bilancio negativo dell'ultima stagione turistica che fa registrare un calo inaccettabile delle presenze turistiche straniere in Italia, mentre ci sopravanzano Francia e Spagna. Questa del turismo, dice, è una «emergenza». E detta la sua ricetta: va affrontata, in tempi brevi, con interventi specifici, con terapie d'urto, con un piano generale di Stato, regioni e imprese del settore, anche a costo di calmierare per un certo periodo i prezzi e di contenere i ricavi delle aziende per tornare a essere competitivi. In sintesi: albergatori datevi una regolata sulle tariffe perché dovete tornare a riempire le stanze. Dopo quello dell'economia Ciampi tocca l'argomento caldo della Costituzione, pensando alla devolution e alla proporzionale. E anche qui mette i suoi «paletti». Secondo lui «non può essere stravolta, bisogna rispettarne i principi e la validità sempre attuale». «Questo luogo ci invita a rinnovare la memoria della Resistenza - afferma - come momento originario dello stato repubblicano e a guardare alla Costituzione come all'atto fondante della comunità nazionale. Certo può anche «essere modificata, ma avendo ben presente che nel suo impianto generale essa ha dimostrato una straordinaria validità, che suscita rispetto e ammirazione».

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