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I piccoli comuni chiedono un ministero solo per loro

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La richiesta ai due candidati premier perché inseriscano questo punto nel loro programma è venuta da Franca Biglio, presidente dell'associazione nazionale dei Piccoli comuni (Anpci), e sarà uno dei temi all'esame della prima Festa nazionale dei piccoli Comuni, organizzata a Pietrelcina (Benevento) dal 7 al 9 ottobre. La scelta del luogo non è casuale. Infatti, l'ultimo direttivo dell'associazione aveva espresso la volontà unanime di riconoscere in San Pio il patrono dei piccoli comuni. I piccoli Comuni sono 5.836, vale a dire il 72% dei circa 8.100 Comuni italiani, e ben 4.199 sono i Comuni montani. Una realtà variegata e complessa, che si definisce «minore» solo per le ridotte dimensioni urbanistiche e demografiche, ma dove nel complesso vive e lavora una quota rilevante della società italiana. «La ripresa economica e sociale — ha spiegato Biglio — passa attraverso la valorizzazione delle politiche dei governi locali, il miglioramento dei servizi ed il potenziamento degli investimenti produttivi. La finanziaria 2006 dovrà fornire risposte alle nostre istanze. I pesanti tagli ipotizzati alla finanza locale, se dovessero essere confermati dal legislatore, andrebbero ad affievolire ancora di più l'azione gestionale delle piccole autonomie locali». Nasce da queste preoccupazioni la richiesta agli schieramenti politici e al Parlamento di istituire un ministero, o quanto meno un sottosegretariato ad hoc dedicato ai piccoli Comuni. A questa richiesta l'Anpci ne affianca un'altra: una legge organica, solo per i piccoli Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, che stabilisca criteri, parametri, diritti ed occasioni «per quelle comunità che vivono oggi in condizioni estremamente precarie — spiega Biglio — con il rischio, per molte di esse, di essere costrette a trasferirsi altrove».

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