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«E ora siamo un esempio per il Parlamento»

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Urbani: «La scelta della La Rosa è per dire no alle risse e ai processi in diretta»

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È considerato un uomo del dialogo e forse anche per questo è stato nominato tra i consiglieri di Viale Mazzini. Il professor Giuliano Urbani è tra i più soddisfatti di questo primo periodo di governo Rai, soprattutto per i risultati d'ascolto, ma resta con i piedi per terra. «Parliamoci chiaro: l'etichetta politica conta eccome. Questo è un consiglio fortemente targato, infatti sette consiglieri su nove sono indicati direttamente dai partiti, con criterio proporzionale. Siamo una pura proiezione degli equilibri parlamentari». Sì è vero, professore, però voi litigate di meno dei vostri colleghi di Montecitorio e fate pure più ascolto, qual è il segreto? «La dialettica interna è franca e vivace, ma la scommessa qui è tutta diversa. Noi dobbiamo produrre qualcosa di utile per l'azienda e per il pubblico. E non dobbiamo scordarlo mai. Il nostro dovere è dare agli italiani quello che chiedono e poi a giudicare il nostro lavoro sarà il pubblico attraverso i dati di ascolto». Avete concordato una strategia della distensione fin dall'inizio? «Non proprio, ma l'obiettivo comune è che la nostra dialettica o competizione sia sempre "positiva", mentre la competizione che c'è nella politica parlamentare spesso risulta "negativa". Ecco, in questo momento, noi che siamo lo specchio del Parlamento cerchiamo di rappresentare solo la dialettica a scopo "positivo". E il nostro mi pare un buon inizio». Che effetto le fa avere per presidente un diessino doc? «Diciamo che Petruccioli è il prodotto di questo nostro clima e con il suo arrivo aggiunge molto anche del suo con quello che pensa e dice. E poi, per me è solo il nostro presidente». Siete un CdA controcorrente? «Lo siamo per necessità. Perché questo bipolarismo rischia di produrre, come dice Prodi, una campagna elettorale "orrenda". Noi non vogliamo dare il nostro "orrendo" contributo». Nelle scelte dell'informazione questa svolta buonista è chiara: basta faziosi, meglio Vespa e La Rosa. «Sì, sono del parere che il pubblico vuole capire la politica con completezza. Le risse, le trappole televisive e i processi in diretta, non ci interessano. Con Anna abbiamo fatto anche una scelta di valorizzazione femminile». Rischiate di non far notizia con queste dichiarazioni d'amore. «Ma il nostro obiettivo è non danneggiare l'azienda, come diceva Catone. Dobbiamo per forza essere aziendalisti». E la politica quanto pesa? «Beh, sarei bugiardo se dicessi che la maggioranza non fa sentire il suo peso. Basta mantenere un equilibrio però e tutto funziona. Infatti, siamo anche premiati dagli ascolti». Lei premierà chi ha merito a dispetto della casacca politica? Per fare qualche esempio, gente senza incarico come Freccero e Beha? «Chi lavora bene verrà premiato, ma bisogna sempre rispettare la legge e i suoi confini. Diciamo che nella nostra Rai la vera novità è quella del rispetto della legge». Giu.Cer.

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